Renzi ora non esclude le urne nel 2018. «Ma così salta il premio di coalizione»

Matteo Renzi
di Marco Conti
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Martedì 7 Febbraio 2017, 08:20
«L'accordo sulla legge elettorale o si trova ora o tutto diventa più difficile, a prescindere da quando si voti». Nel Pd la convinzione è diffusa anche se la certezza del voto a giugno ancora non c'è e un esponente super-renziano la dichiara senza tentennamenti. L'attesa per le motivazioni della Corte Costituzionale - in arrivo forse per venerdì - consumano i giorni senza che il Parlamento si occupi della faccenda.

IL RISPETTO
Il segretario del Pd sembra far buon viso a cattivo gioco quando nella enews scrive di essere pronto «a qualsiasi confronto pubblico e democratico che sia rispettoso delle regole e dello Statuto interno». Poi il monito a coloro che quando perdono fanno le valigie o si dedicano a picconare chi ha vinto: «Accettare le regole e il risultato di un congresso o delle primarie è il primo passo per rispettare una comunità, e come ci insegna la storia anche recente, non sempre è accaduto».

Il monito è rivolto alla minoranza interna che chiede il congresso ed è pronta a fare le barricate per evitare che il segretario componga le liste elettorali con le percentuali del precedente. Renzi non sembra avere un piano B rispetto al voto anticipato, ma si rende conto che la pressione interna ed esterna è fortissima ed è condita dalla convinzione che arrivare alla scadenza della legislatura permetta di ritrovarsi con il M5S e i partiti populisti più deboli rispetto ad ora. Per il segretario si tratta di «una illusione».

Convinto che non bastino le vicende di Roma per azzoppare il M5S, ricorda a tutti come andò il Pd nel 2013 dopo il governo Monti e lo spread a duecento come ora. Anche se a palazzo Chigi c'è Paolo Gentiloni, la preoccupazione è rivolta alla legge di Bilancio che a fine anno si dovrà fare e sulla quale Bruxelles non intende concedere sconti vista anche l'alta incertezza politica che si respira in Italia.

LE POSIZIONI
L'ex premier condivide la necessità di «armonizzare» i due sistemi elettorali ma il premio di coalizione non convince tutti. A cominciare da Matteo Orfini che da giorni attacca la logica delle alleanze insita nel premio di coalizione e ricorda come il Pd sia nato proprio dal fallimento dell'Ulivo. Orfini rilancia il modello greco con un premio di 90 seggi al partito più votato. Un sistema che ripropone il partito a vocazione maggioritaria e svuota i partiti più piccoli e rende più complicata l'ipotesi di scissione ventilata da Emiliano e Boccia. In cambio del voto a giugno potrebbero invece incassare il premio di coalizione, mentre l'Ellenicum è riservato ad una legislatura che va a scadenza naturale con tanto di collegi da rifare.

A patto che poi non si finisca con il votare con il sistema che scaturisce dalle due sentenze, visto che le tanto attese motivazioni della Consulta - omogeneità compresa - non vincolano il legislatore che può recepire l'invito anche a distanza di anni. La legge sulle unioni civili, come ricorda l'Ansa, è arrivata sei anni dopo la sentenza della Corte.

LE BORDATE
«Di tutto questo discuteremo lunedì 13 febbraio nella direzione già convocata - ricorda Renzi - ho chiesto alla presidenza del partito di allargare gli inviti anche a tutti i parlamentari e tutti i segretari provinciali. Almeno ci parliamo chiaramente, in faccia, di tutto. Rigorosamente in streaming». Un'altra settimana di tattica da parte del segretario del Pd che resta convinto dell'opportunità del voto a giugno, e un'altra settimana di bordate da parte dell'opposizione e del governatore della Puglia, il magistrato Michele Emiliano, che intende sfidare Renzi al congresso. I pontieri sono comunque al lavoro per trovare un'intesa con la minoranza.

L'incontro con Bersani non è ancora nell'agenda dell'ex premier ma ieri alla Camera il capogruppo Rosato e il vicesegretario del Pd Guerini hanno incontrato Gianni Cuperlo, l'esponente della sinistra che sabato ha riunito i suoi per chiedere il congresso. In attesa del 13 sembra destinata a saltare l'assemblea dei gruppi del Pd prevista per domani.
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