Renzi all'Austria: «Sul Brennero rispetti le regole, non c'è invasione di migranti»

Renzi all'Austria: «Sul Brennero rispetti le regole, non c'è invasione di migranti»
2 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Aprile 2016, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 17:01
«Agli amici austriaci dico che il Brennero non è solo un tunnel ma è un luogo di lavoro e un simbolo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, convinti che il tema migrazione sarà ridotto perché vediamo finalmente una strategia seria e organica, ma noi non staremo a far finta di niente se qualcuno intende violare le regole europee». Lo dice Matteo Renzi in conferenza stampa a palazzo Chigi riferendosi alla volontà dichiarata dagli austriaci di chiudere il brennero in casi estremi. Se l'Italia continuasse a far passare i profughi e non prendesse indietro i respinti con il Tirolo trasformato in «sala d'attesa», «chiederemo all'Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio», ha minacciato Vienna.

«Vanno richiamati tutti i paesi al rispetto delle regole e sono fiducioso che nessuno non le rispetterà», ha aggiunto Renzi. «La realtà è a mio giudizio che finalmente» ci si sta rendendo conto che «serve una strategia complessiva a monte e non interventi spot. Occorre intervenire nei paesi d'origine», ha sottolineato ancora il premier.

Sui migranti «non siamo in presenza di un'invasione o di un dramma. È un grande problema e chiediamo all'Ue di farsi portatrice di una strategia, a partire dagli interventi per bloccare i viaggi della morte e coordinare gli aiuti in Africa», ha affermato poi Renzi.

«Mi sentirei non di dare un messaggio minimalista, non sto minimizzando niente - ha assicurato - ma di dare piuttosto un messaggio di serietà. L'Italia è un grande paese e affronta una problematica non nuova». Sui numeri degli arrivi di migranti «sono un paio di centinaia di persone in più rispetto allo scorso anno».

«Si passa dal silenzio di tomba agli allarmi esasperati sul tema dell'immigrazione. Qual è la realtà? C'è un problema - ha sottolineato il presidente del Consiglio - che riguarda anche il nostro Paese, ma non è particolarmente più grande di qualche anno fa. Nel 2014 dal primo gennaio al 14 aprile ci sono stati 20.465 sbarchi, nel 2016 nello stesso arco di tempo gli sbarchi sono passati a 23.700, quindi poco meno di tremila in più. È un numero che va seguito con grande attenzione. Noi abbiamo in corso tutte le nostre iniziative, ma non siamo in presenza di un'invasione o un dramma».

«Adesso possiamo lavorare con il governo libico, che non è al massimo delle sue potenzialità, ma comunque c'è. Dunque non voglio minimizzare, ma è importante dare un messaggio di serietà», ha spiegato il premier. «L'Italia è un grande Paese che affronta una problematica non nuova con tutta la determinazione del caso, come abbiam fatto anche quando i media non se ne occupavano».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA