I penalisti si sono riuniti in assemblea al tribunale di Roma contro la riforma che giudicano in «contrasto con i principi costituzionali della immediatezza, del contraddittorio, della presunzione di innocenza e della ragionevole durata». «In questa riforma - spiega Migliucci - ci sono delle cose positive, ma anche due aspetti che la contrassegnano in negativo e che vanno contro l'idea del giusto processo».
I due punti osteggiati dai penalisti sono in particolare il processo a distanza e dell'allungamento dei termini di prescrizione. «La mancanza di organizzazione e risorse non può ricadere sui cittadini»: si devono accelerare i tempi della giustizia, non allungare i processi, sottolinea, «invece questi due provvedimenti ci allontano dall'articolo 111 della Costituzione». «Il processo - aggiunge - deve avere una ragionevole durata e non un'infinita durata. Tanto più che i cittadini non hanno alcun interesse a sapere 20 anni dopo se un politico era corretto o meno».
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