Prescrizione, intesa tra Orlando e centristi. Ma i renziani frenano

Prescrizione, intesa tra Orlando e centristi. Ma i renziani frenano
di Emilio Pucci
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Giovedì 22 Settembre 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 09:15

ROMA Continua ad essere una corsa ad ostacoli l'iter della riforma del processo penale che contiene, tra l'altro, le nuove norme sulla prescrizione e sulle intercettazioni. Un braccio di ferro nella maggioranza e nel governo. Il primo si gioca tra Ap e una larga fetta del Pd e per ora si e' risolto con la decisione di accantonare gli emendamenti della discordia, a firma del dem Lumia, e di far riferimento al testo licenziato dalla Commissione Giustizia. Il secondo e' ancora in corso perché il ministro Orlando intende accelerare, aveva promesso il passaggio dall'Aula di palazzo Madama entro l'estate e vorrebbe chiudere con la fiducia. Ma Renzi continua a frenare.

L'OBIETTIVO
E così' l'ipotesi fiducia si allontana sempre di più. Il Pd punta a far melina e anche la settimana prossima la previsione è che si allungheranno i tempi prima di decidere se blindare il testo. Un testo che il premier considera troppo affrettato, eccessivamente a vantaggio dei giudici. Al Senato non c'è un fedelissimo del presidente del Consiglio che è disposto a promuoverlo. L'intenzione quindi e' di non forzare la mano, anche se nei prossimi giorni si valuterà il da farsi.

I RISCHI
Perché il rischio di andare sotto, procedendo emendamento per emendamento (sono oltre 400), c'è. I numerosi voti segreti (circa 270) previsti potrebbero rappresentare delle trappole. Ala è da tempo sulle barricate, molti senatori di Ap continuano a manifestare perplessità e anche una parte dei dem non e' affatto entusiasta.
Sulle nuove norme che allungano la prescrizione non è solo il partito di Alfano a remare contro. In ogni caso la partita per ora è in mano al ministro Boschi che da giorni si sta confrontando con il suo collega Orlando. Il responsabile della Giustizia con i suoi non ha nascosto la sua irritazione: «Ora cominciamo a votare, poi vediamo», ha spiegato.

IL CONFRONTO
Si è recato personalmente alla riunione di Ap per incontrare la capogruppo Laura Bianconi. «Non siamo disponibili a fare passi indietro rispetto a quanto stabilito prima della pausa estiva», ha ribadito quest'ultima. «Le rassicurazioni e i rinnovati impegni di rispetto degli accordi di maggioranza del ministro Orlando ad Ap in tema di prescrizione ci soddisfano, credo che l'ipotesi della fiducia sia tramontata», ha detto il presidente della commissione Giustizia del Senato, D'Ascola, «resta in piedi al massimo la possibilità di singole fiducie su singoli articoli o passi».

IL TIMORE
Il timore di Ap e' legato soprattutto agli emendamenti del relatore Casson che anche in caso di ritiro potrebbero essere fatti propri dal M5s. La schiarita tra Orlando e Ap non ha quindi ancora fatto chiarezza sulle prossime mosse della maggioranza. I renziani non vogliono alimentare tensioni prima del referendum. Ma il Guardasigilli non è più disposto a tergiversare. E ha mandato avanti i giovani turchi. «Occorre fare presto, il disegno di legge del governo è un tassello fondamentale», hanno messo nero su bianco la senatrice Maturani, vicepresidente del gruppo e il senatore Borioli.

I NUMERI
I numeri a palazzo Madama sono ballerini: in due giorni è mancato per ben sei volte il numero legale. M5s e FI, per ragioni opposte, sono pronti alla guerra parlamentare, mentre la minoranza dem non dovrebbe sfilarsi, anche se l'eventualità che invii messaggi al premier nel voto segreto non è affatto esclusa. I franceschiniani invece premono affinché la nebbia si diradi velocemente. Il ministro della Cultura vorrebbe vedere al più presto calendarizzata nell'Aula di palazzo Madama la riforma del cinema che contiene delle scadenze da rispettare, in vista della legge di stabilità.