NUOVO INCONTRO
Affermazioni, quelle di Renzi che - a un paio di giorni dal nuovo incontro che il segretario avrà lunedì con i parlamentari del suo partito - innescano altre tensioni con la minoranza dem. «Inusuale e grave» l'attacco alla Boldrini, accusa Pippo Civati, mentre Alfredo D'Attorre lamenta che Renzi «continui a rispondere con battute a questioni di sostanza come quelle delle liste bloccate e le preferenze». Infastidita anche la replica di Sel: il capogruppo Arturo Scotto puntualizza che «il perimetro istituzionale di Laura Boldrini sta nella difesa dell'autonomia del Parlamento». Mentre Nichi Vendola, rifacendosi all'accusa rivolta a Boldrini e Landini di «fare politica», osserva acidamente: «Pare che l'unico titolato a fare politica e antipolitica in Italia sia solo Renzi».
Nell'intervista, in cui - a proposito delle polemiche sull'uso dell'elicottero - afferma: «L'ho preso e continuerò a prenderlo tutte le volte che sarà necessario», il premier porge un ramoscello d'ulivo a Silvio Berlusconi, anche se si dice «molto scottato dal suo atteggiamento sull'elezione di Mattarella». «E' il capo del principale partito d'opposizione dato che Grillo si tiene fuori da tutto, si marginalizza da solo. Sulla riforma costituzionale siamo andati avanti. L'abbiamo scritta insieme. Ora - dice Renzi - se Forza Italia torna alla ragionevolezza, mi auguro che si possa riprendere il dialogo». D'altra parte, il segretario del Pd, attribuisce la responsabilità della rottura del patto non all'ex Cavaliere, ma a Renato Brunetta che - sostiene Renzi - «fin dal primo giorno ha remato contro per far fuori le colombe di FI», come il capogruppo al Senato, Romani, e «il pragmatico Verdini».