Polizia e militari, in arrivo aumenti da 90 a 105 euro

Polizia e militari, in arrivo aumenti da 90 a 105 euro
di Andrea Bassi
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Sabato 6 Gennaio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 16:39

Non c’è solo la scuola, gli enti locali e la sanità. Il governo prova a stringere anche sul rinnovo del contratto dei militari e delle Forze di polizia. In realtà tra sindacati ed esecutivo in questo caso, non c’è una vera e propria firma di un contratto, perché gli aumenti sono determinati per legge.

Ma comunque prima di procedere sarà necessario trovare un’intesa con le sigle. Lunedì e martedì prossimo, sono stati convocati i rappresentanti dei vigili de fuoco e delle forze di polizia dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Angelo Rughetti, che ha la delega sulla trattativa. Il ministero e la Ragioneria generale, date le risorse disponibili, hanno già effettuato i conteggi dei possibili aumenti in busta paga. Per i militari dell’esercito, l’aumento medio mensile lordo in busta paga a regime, sarà di 90 euro. Per la Marina si sale a 105 euro lordi mensili, mentre per l’aeronautica l’incremento dello stipendio dovrebbe essere di 98 euro lordi mensili. 

Per la polizia, invece, come ha ricordato ieri lo stesso Rughetti, l’aumento medio mensile sarà di 102 euro. Leggermente superiore per i carabinieri che dovrebbero invece, incassare circa 104 euro mensili in più. I dipendenti delle Capitanerie di porto, invece, riceveranno un aumento di 100 euro mensili, mentre per la polizia penitenziaria la cifra sarebbe leggermente più bassa: 97 euro.

CORSA CONTRO IL TEMPO
Il rinnovo riguarda un numero elevato di lavoratori, circa 500 mila persone in tutto. Dei corpi di polizia (Carabinieri, ex Corpo forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria, Polizia di Stato e Cappellani) fanno parte poco meno di 300 mila unità. Le Forze Armate (esercito, marina e aeronautica) comprendono invece 133 mila persone, mentre i vigili del fuoco impiegano altre 34.400 unità. Ma quando arriveranno in busta paga gli aumenti? Il governo aveva provato a chiudere l’accordo con i sindacati già prima della fine dell’anno, ma senza riuscirci. L’obiettivo, a questo punto, è riuscire a far arrivare i soldi con gli stipendi di febbraio. Molto, però, dipenderà da come andranno gli incontri dei prossimi giorni. Se tutto dovesse filare liscio, nelle buste paga di febbraio, oltre agli aumenti, poliziotti, carabinieri e le altre forze dell’ordine, di troverebbero anche gli arretrati per il 2016 e per il 2017. Si tratta di cifre di una certa rilevanza. Per l’esercito, in media, si tratterebbe di circa 578 euro lordi. Per la marina la somma salirebbe a 669 euro, mentre sarebbe leggermente minore per l’aeronautica: 629 euro. Per i carabinieri gli arretrati, in media, ammonterebbero a 668 euro lordi, mentre sarebbero poco inferiori per i poliziotti, 656 euro, e per la polizia penitenziaria, 625 euro. Per la Guardia di finanza la somma sarebbe di 674 euro che scenderebbe a 641 euro per le capitanerie di porto.

LE SIMULAZIONI
Dalle tabelle, che il Messaggero ha potuto consultare, manca la parte che riguarda i Vigili del fuoco il cui tavolo è convocato per lunedì. Per i pompieri l’aumento contrattuale sarebbe del 3,4% circa, come per tutti gli altri statali, con un beneficio economico mensile lordo di 84,5 euro circa nelle buste paga. L’ultimo rinnovo del contratto del personale in regime di diritto pubblico, come si chiamano le Forze di polizia e i militari, risale al 2008-2009, quando era stato assicurato al comparto «sicurezza» un incremento medio mensile di circa 100 euro lordi.

Parlando sempre di riforma della pubblica amministrazione, ieri Rughetti ha anche sottolineato che tra i criteri per misurare l’efficienza della Pa comparirà anche il numero delle ore lavorate: «abbiamo bisogno», ha detto il sottosegretario,«di aumentare la produttività dell’intera Pa» e «intanto alziamo questo range», visti i risultati del confronto tra «le ore lavorate nel pubblico da noi e la media Ue o a quella Ocse». A breve sono attese anche le linee guida sui parametri che devono seguire le amministrazioni, i cosiddetti “Obiettivi della Repubblica” (da concordare a livello centrale e territoriale).

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