Blitz di Renzi, stop a Visco: serve una figura più idonea

Blitz di Renzi, stop a Visco: serve una figura più idonea
di Marco Conti
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Mercoledì 18 Ottobre 2017, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 10:59

dal nostro inviato

SPOLETO «Il Pd rispetta i ruoli istituzionali nella scelta del governatore di Banca d'Italia, ma la gestione passata
della crisi delle banche deve essere valutata». Nella prima giornata di viaggio del treno Destinazione Italia, parlamentari e ministri affollano i cinque vagoni che portano il segretario del Pd in giro per la Penisola. Prima tappa Fara Sabina, poi Civita Castellana, Narni e infine Spoleto. Nella fabbrica chiusa della Sgl Carbon Group Renzi incontra gli operai, mentre a Roma i suoi deputati presentano la mozione che mette in discussione la riconferma di Vincenzo Visco alla guida di Bankitalia. Nella mozione del Pd, solo in parte ammorbidita a seguito dell'intervento del sottosegretario Baretta per conto del governo, si impegna l'esecutivo «ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l'efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini individuando a tal fine, nell'ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell'Istituto».
Per il Pd renziano Visco non è quella «figura idonea» e lo si è compreso da tempo, visto il passaggio molto duro che lo stesso Renzi ha riservato al Governatore nel suo recente libro. Responsabilità che per Renzi sono evidenti visto che la governance di via Nazionale non sarebbe stata in grado né di prevedere né di arginare le recenti crisi bancarie che non poco sono costate ai risparmiatori e, in termini di consenso, al governo e ai partiti.

LA TELEFONATA
La prima reazione alla inattesa presa di distanza, messa nero su bianco in una mozione a prima firma della renzianissima Silvia Fregolent, viene affidata a Matteo Richetti. Il portavoce del Pd fa di tutto per tenere separata la valutazione politica dalla persona e dalla scelta che spetta «al governo e al presidente del Consiglio, ma non ci si può sottrarre da un giudizio». Finito l'incontro con gli operai, Renzi si apparta e chiama al telefono il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che, raccontano, sarebbe stato informato prima, della mozione del partito di maggioranza.

Quando da Narni il treno riparte in direzione Spoleto, Renzi apprende dell'intenzione del Quirinale di ribadire la necessità di mantenere la Banca d'Italia fuori dalla contesa politica rispettandone l'autonomia. Renzi non si sottrae al richiamo, ma parlando a margine di un incontro al teatro Caio Melisso di Spoleto, non arretra: «Io non ho un ruolo in questa vicenda nella scelta del futuro governatore. Sono molto rispettoso delle istituzioni e so che il compito appartiene al presidente del Consiglio, e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni farà con il governo le valutazioni che dovrà fare. Seguirà l'iter che prevede l'intervento del capo dello Stato». Poi prosegue sostenendo che «il Pd non ha messo in discussione le regole del gioco o il rispetto istituzionale». Nessuna «intrusione di campo nei confronti di altri soggetti istituzionali» - spiega rispondendo anche al Quirinale - ma «sul passato ho scritto in un libro la mia opinione nella vicenda delle banche che tanto male hanno fatto ai risparmiatori».

«Secondo me - insiste - i tanti ruoli e le tante responsabilità che hanno avuto anche i vertici di banca d'Italia devono essere valutati». Banca Etruria. Ma anche Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca di Ferrara. L'elenco dei fallimenti sfuggiti al controllo di via Nazionale è lungo e per Renzi le responsabilità non possono essere attribuite solo alla politica e comunque non al Pd. Il lavoro della Commissione, di recente istituita, difficilmente riuscirà a mettere una parola definitiva sulla vicenda, ma il segretario del Pd prende le distanze dalla scelta e si prepara ad usare il tema anche in campagna elettorale.
 

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