Il Pd: «Un assegno per ogni figlio fino ai 25 anni»

Il Pd: «Un assegno per ogni figlio fino ai 25 anni»
di Alberto Gentili
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Domenica 21 Gennaio 2018, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 09:05

Ancora poche ore e Matteo Renzi svelerà il programma del Pd per la prossima legislatura. L'obiettivo: convincere gli elettori italiani a votare il 4 marzo «una forza tranquilla in grado di portare avanti il cambiamento». Senza «proclami mirabolanti». Senza «proposte irrealizzabili». La parola d'ordine: «Serietà e competenza». Da mesi Tommaso Nannicini, economista bocconiano negli ultimi mesi docente ad Harvard, scrive, corregge, lima i vari punti programmatici. Eccone una sintesi.

IL PIANO FAMIGLIA
Per favorire la natalità vengono superate gli attuali detrazioni e assegni e viene creato uno «strumento unico» a favore delle famiglie, graduato in base all'età e al numero dei figli: più il bambino è piccolo, più forte è il sostegno. Si tratta di 250 euro netti al mese (di taglio fiscale sui redditi dei genitori) per i bambini da 0 a 3 anni, 150-200 euro per i figli da 3 a 18, e 100 euro per la fascia d'età dai 18 ai 25 anni. Il contributo è «universale»: riguarda tutte le famiglie con reddito fino a 100 mila euro. In base alle simulazioni di Nannicini, un nucleo familiare con 35 mila euro di reddito annuo e due figli sotto i 3 anni guadagnerebbe, rispetto alle detrazioni attuali, 3.200 euro all'anno.

Nello stesso pacchetto, che si chiama «carta universale dei servizi», è prevista una razionalizzazione dei bonus bebé, baby-sitter, asilo nido etc. che vengono raggruppati in un unico voucher di 400 euro mensili per le spese nei primi 3 anni di vita del bambino. E a favore delle mamme lavoratrici, il piano di Nannicini prevede che il 30% di stipendio dei 6 mesi di congedo facoltativo venga tradotto in un voucher-servizi per le donne che tornano a lavorare e non sfruttano il congedo.

OCCUPAZIONE E SALARI
Nella bozza programmatica Nannicini ha inserito il salario minimo (verrà fissato da una commissione indipendente aperta alle parti sociali: dovrebbe essere di 8 euro l'ora) che riguarda quel 15-20% di lavoratori non coperti dai contratti nazionali o distaccati e provenienti dall'estero.

Per favorire la stabilizzazione dei contratti a termine il Pd indica poi due misure. La prima: il taglio del cuneo contributivo sul lavoro a tempo indeterminato. Un punto percentuale all'anno, per portare il cuneo dal 33% al 29 entro la fine della prossima legislatura.

La seconda misura è una «buonuscita compensatoria» per i lavoratori temporanei: l'impresa che usa a lungo un lavoratore a termine senza stabilizzarlo, quando lo licenzia dovrà dargli un tot di giorni retribuiti per quanti mesi è stato in azienda.

Prevista anche la «dote formativa», rendendo la formazione un diritto soggettivo: si parte a 18 anni con 150 ore di «conto formazione» che il giovane lavoratore potrà portarsi dietro anche se cambia azienda.
Nello stesso pacchetto è inserito il rafforzamento degli Istituti tecnici superiori: la «formazione terziaria professionalizzante» (successiva al diploma di secondo grado) grazie a maggiori risorse dovrebbe essere estesa in 5 anni a circa 100 mila giovani. Attualmente sono 9 mila.

GLI ANZIANI
Per le famiglie che hanno in casa persone non autosufficienti il Pd propone (con uno stanziamento di 2 miliardi) di rafforzare e razionalizzare le risorse, inserendo una contribuzione aggiuntiva per gli anziani non autosufficienti. Questa nuova contribuzione arriverà a raddoppiare l'attuale indennità di accompagnamento (che non gradua l'aiuto in base all'effettivo bisogno) nei casi di disabilità più gravi.

PENSIONE DI GARANZIA GIOVANI
Per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 e ha una carriera discontinua o ha iniziato a versare tardi i contributi, attualmente non è prevista la pensione minima. Il Pd propone un assegno di 750 euro, che in base al numero di anni lavorati, si alza fino a mille euro.

SVECCHIAMENTO DELLA PA
Nell'arco della prossima legislatura nella pubblica amministrazione ci saranno 500 mila pensionamenti. Il Pd chiede di sbloccare il turn-over e di «iniettare» 500 mila giovani negli uffici pubblici. Il Pd si impegna a trasferire risorse per portare nel Mezzogiorno il tempo pieno nelle scuole ai livelli del centro-nord. Inoltre, per contrastare la «povertà educativa» al Sud, nelle periferie urbane e nelle aree ad alta dispersione scolastica, prevede «aree di priorità educativa» con docenti «ben pagati e formati ad hoc».

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