Partiti, non servirà lo statuto: M5S salvo

Partiti, non servirà lo statuto: M5S salvo
di Antonio Calitri
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 00:10
A 68 anni dall'entrata in vigore della Costituzione, Montecitorio prova a dare attuazione all'articolo 49 che regola la partecipazione dei cittadini alla vita politica con un testo base a firma del Pd Matteo Richetti depositato alla commissione Affari costituzionali che punta tutto sulla trasparenza di partiti e movimenti. Un testo che nasce dalla sintesi di ben 18 proposte presentate tra le quali la più famosa del vicesegretario Lorenzo Guerini che avrebbe messo fuori gioco il M5s.

LE LINEE GUIDA
Invece, il relatore Richetti dopo aver letto le proposte e ascoltato in audizione giuristi e costituzionalisti (e i dubbi di costituzionalità sull'obbligatorietà dello stato non sono mancati) ha puntato su un testo originale che punta soprattutto sulla trasparenza della partecipazione alle elezioni, del funzionamento dei partiti e in una parte seppur più limitata dei movimenti, e a quella sul finanziamento della politica con la pubblicazione di tutte le erogazioni a partire da 15.000 euro per le quali il donatore non si può più opporre richiamando la tutela della privacy (che resta per quelle da 5 a 15 mila euro). In più, sempre in chiave di trasparenza, vengono rese accessibili ai soli iscritti a un partito, le liste di tutti gli altri iscritti.

I TEMPI
Il testo ora verrà discusso e adottato dalla Commissione, dopo di che si aprirà la finestra per presentare emendamenti. Dal 10 si vota. «Si tratta di una forte accelerazione in chiave di trasparenza della politica» spiega Richetti. Che anticipa di aver trovato i partiti «abbastanza interlocutori su questo testo. Anche perché è difficile negare che si fa un grande passo avanti sulla trasparenza». Ieri però ci sono state anche polemiche perché al contrario del testo Guerini che escludeva dalle elezioni i partiti senza statuto e quindi incideva anche sul M5S, questo in qualche modo li salva. Alle polemiche il relatore risponde che «le audizioni hanno posto i temi dell'obbligatorietà e della possibilità di porre vincoli di trasparenza. E poi, questa legge non è una spedizione punitiva contro i Cinquestelle. Se però vogliamo entrare nel merito, con questo testo anche il M5S deve dire chi ha la titolarità del simbolo, come e chi fa le espulsioni e così via».

LE ALTRE NOVITÀ
Tra le novità più importanti il testo prevede che partiti e gruppi che vogliono partecipare alle elezioni devono depositare al Viminale lo statuto o in alternativa, come nel caso del M5S, una dichiarazione che contiene il nome del legale rappresentante, la sede legale, gli organi, la loro composizione e le attribuzioni oltre alle modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste. Sul sito dell'Interno poi saranno pubblicati: contrassegno depositato, statuto o dichiarazione di trasparenza, programma elettorale e liste dei candidati presentate. Nei siti dei partiti e movimenti invece dovranno essere pubblicati statuto, rendiconto di esercizio ed erogazioni superiori a 5.000 euro. Per i movimenti che non hanno lo statuto dovranno comunque essere pubblicate «le procedure per l'approvazione degli atti, il numero, la composizione e le attribuzioni degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, le modalità della loro elezione e la durata dei relativi incarichi, le modalità di selezione delle candidature nonché l'organo comunque investito della rappresentanza legale».

Per quanto riguarda invece la trasparenza dei finanziamenti, i partiti dovranno comunicare e aggiornare ogni sei mesi l'elenco di tutti i beni immobili, beni mobili registrati e strumenti finanziari. Per quanto riguarda le erogazioni che oggi non possono essere pubblicate se lo richiede il donatore, da 15 mila euro in su non sarà più possibile nasconderle.