Luciano Rosi, consigliere comunale del gruppo 'Viva San Cesariò, aveva criticato, in questi giorni, la ricostruzione dell'eccidio del Panaro riportata nel libro 'Gabriella Degli Esposti Mia Madrè di Savina Reverberi parlando di «un libro di 655 pagine, pieno di inesattezze» e di «tesi grottesche» riguardo la morte della partigiana Degli Esposti. «Tali affermazioni - spiega il Pd - colpiscono soprattutto la testimonianza di Savina Reverberi contenuta nel libro 'Gabriella Degli Esposti, mia madrè alla quale esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza. Siamo davanti a un tentativo di revisione storica che ignora volutamente le verità insabbiate per decenni nel cosiddetto 'armadio della vergognà ed emerse dai fascicoli in esso contenute».
«Il teorema revisionista - prosegue il Pd - è stato usato per anni da tanti e ora anche a San Cesario la lista di centrodestra sembra voler sminuire, insinuare, infangare, negare ciò che è stato descritto in quei fascicoli e che è alla base delle condanne inflitte agli autori delle stragi nazifasciste. Il libro di Savina Reverberi dedicato alla madre ha il pregio di mantenere viva e di tramandare la memoria di una testimone che ha vissuto in prima persona, come figlia, il martirio di Gabriella Degli Esposti». «I diversi apprezzamenti ricevuti (la riconoscenza espressa a Savina Reverberi da Papa Francesco, i riconoscimenti dell'Alma mater studiorum di Bologna e dell'appuntamento annuale del libro di Cattolica) - spiega il Pd - testimoniano la validità del contenuto del libro e fanno piazza pulita delle solitarie elucubrazioni strumentali di Luciano Rosi».
«Il Pd di San Cesario - conclue la federazione modenese - vuole ricordare che se oggi ognuno di noi può esprimere liberamente le proprie opinioni lo deve, senza dubbio, ai martiri della Resistenza. Queste persone che provenivano da diverse forze politiche antifasciste (socialisti, comunisti, democristiani, azionisti e liberali) hanno combattuto insieme per liberarci dal regime fascista. Per questo motivo la loro memoria deve essere rispettata: perché sono morti per la libertà di tutti noi».
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