Navi Ong, duello nel governo. Delrio: giusto il trasbordo. Gentiloni prova a mediare

Navi Ong, duello nel governo. Delrio: giusto il trasbordo. Gentiloni prova a mediare
di Alberto Gentili
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Lunedì 7 Agosto 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19:54

La parola d’ordine a palazzo Chigi è abbassare i toni, stemperare lo scontro. Anzi, negare che nel governo ci siano due linee contrapposte sulla questione del salvataggio in mare dei migranti. Da una parte il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che vuole applicare il codice di comportamento per le navi delle Ong. Obiettivo: frenare i flussi migratori provenienti dalla Libia e colpire chi è sospettato di collaborare con gli scafisti. Dall’altra Graziano Delrio, il responsabile dei Trasporti da cui dipende la Guardia costiera, deciso a rispettare alla lettera (anche per ragioni umanitarie) le regole internazionali del salvataggio in mare. In mezzo, Paolo Gentiloni. Ed è al premier che oggi, in Consiglio dei ministri, toccherà sedare un duello tutto interno al Pd. Con Matteo Renzi più dalla parte di Minniti che di quella di Delrio.

Tutto comincia sabato notte, quando si diffonde la notizia che due unità della Guardia costiera stanno per approcciare Prudence, una nave di Medici senza frontiere (una delle Ong che non ha firmato il codice di comportamento) a 33 miglia da Lampedusa. Il Viminale scende sul sentiero di guerra. I collaboratori di Minniti fanno presente che l’operazione vìola le nuove regole. Per il ministro dell’Interno, infatti, chi non ha firmato il codice «è fuori dalle operazioni di soccorso». Dall’entourage di Delrio viene risposto che l’operazione è concordata con il Viminale. Che «si permette il trasbordo, fuori dalle acque territoriali italiane, per garantire assistenza a 127 migranti da 2 giorni a bordo di una nave cui non è permesso l’accesso in porto, proprio nel rispetto del codice di comportamento». Peccato che la mattina dopo Medici senza frontiere (Msf) fanno sapere di avere agito su «indicazione del Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma della Guardia costiera».

SULLE BARRICATE
Apriti cielo. Un ministro parte in causa sbotta: «Non è possibile che un corpo dello Stato agisca in un modo e il Viminale nel modo opposto». E un esponente di rango del Pd vicino a Minniti afferma: «Da tempo Delrio si è iscritto al partito delle Ong...». L’opposizione salta sulle barricate. Ecco Paolo Romani, Forza Italia: «Il governo intervenga. E’ inaudito che la Guardia costiera sia la prima a non applicare il codice di condotta delle Ong». Ed ecco il leghista Roberto Calderoli: «Dal danno alla beffa, siamo noi ora a pagare le spese per il trasbordo dei migranti. Tanto valeva lasciar fare il servizio taxi alle navi delle Ong».

L’ARRINGA DEL MINISTRO
Delrio però non se la prende, né si scompone. Oggi, se sollecitato, ai colleghi farà un discorso che suonerà più o meno così: non capisco perché Minniti sia irritato, spero non sia vero. Se è avvenuto il trasbordo è perché evidentemente non si può pensare contemporaneamente di non far entrare le navi delle Ong nei nostri porti e non trasbordare i migranti. Cosa facciamo? Li lasciamo in mezzo al mare a girare in tondo? Non c’erano alternative. Delrio dirà poi che è giusto rispettare il codice di comportamento, ma che nello stesso codice è scritto che questo va applicato «nel rispetto delle normative nazionali e internazionali, nell’interesse di salvare vite umane». E che la Guardia costiera, in base alle convenzioni internazionali, è tenuta a mettere al primo posto il soccorso in mare.

Da quel che trapela da palazzo Chigi, Gentiloni proverà a mediare. Anche perché tutto vuole il premier, tranne che uno scontro tra ministri quando, come dice uno dei suoi, «finalmente si ottengono risultati importanti». «Si sta discutendo di un trasbordo proprio nei giorni in cui finalmente la Guardia costiera libica ha cominciato a operare per fermare i trafficanti di esseri umani. E quando il numero degli sbarchi si riduce drasticamente. Negli ultimi cinque giorni sono approdati sulle nostre coste 400 migranti, l’anno scorso erano migliaia. Prevalga perciò il buonsenso». Principio sempre difficile da applicare in politica, figurarsi in quella d’agosto.

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