Migranti, la Ue critica l'Italia: «Pochi rimpatri, sistema debole». Gentiloni: «Servono più risorse Ue altrimenti non basta Mago Merlino»

Migranti, la Ue critica l'Italia: «Pochi rimpatri, sistema debole». Gentiloni: «Servono più risorse Ue altrimenti non basta Mago Merlino»
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 17:23

«Le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate rischia di incoraggiare l'afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari». È la messa in guardia che il rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d'Europa per le migrazioni e i rifugiati, l'ambasciatore Tomas Bocek, fa all'Italia nel suo rapporto basato sulla visita condotta nel Paese lo scorso ottobre.

«Regolare i flussi migratori e sostituire l'immigrazione clandestina irregolare con flussi e canali più accettabili, ridotti e regolari: questo è l'obiettivo che l'Ue dovrebbe proporsi e io mi aspetto che a Bruxelles si faccia un passo in più, dopo quello fatto a Malta a febbraio, soprattutto in termini di risorse per aiutare l'Italia nel lavoro di avanguardia che sta facendo sulla rotta centrale del Mediterraneo». Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in un passaggio sull'immigrazione nel corso del suo intervento in Aula al Senato in vista del Vertice Ue di domani. «Sappiamo - ha sottolineato Gentiloni - la fragilità della situazione libica ma sappiamo anche che il fatto che si sia cominciato il lavoro di stabilizzazione e ci sia una cabina di regia italo-libica e che i libici abbiano cominciato a intervenire con i loro mezzi sono segnali nella direzione giusta. Non seminiamo illusioni ma sappiamo che su questa strada, per quanto impervia e arrischiata, si possono ottenere risultati, non per cancellare il tema dell'immigrazione perchè non lo cancella il tema dell'immigrazione perchè non lo cancella nemmeno il mago Merlino».

«Oltre a quello dello stato delle economie europee e a quello delle politiche di sicurezza e difesa, il terzo e ultimo tema che sarà discusso» domani a Bruxelles, ha illustrato Gentiloni all'Aula del Senato, «sarà il tema delle politiche migratorie, o meglio delle politiche comuni sull'immigrazione. Tali politiche, voglio dirlo ancora una volta di fronte al Senato, in particolare per quello che riguarda l'accoglienza ai rifugiati, non sono una pretesa italiana ma una decisione presa dell'Unione europea. Le politiche di accoglienza dei rifugiati che hanno diritto all'asilo non sono una nostra pretesa, sono una decisione che è stata presa dall'Unione europea e io non mi rassegno all'idea di una Unione che abbia due diverse rigidità: una rigidità assolutamente inamovibile quando si parla di virgole di bilanci e una rigidità molto distratta e molto tollerante quando si parla di decisioni che affrontano questioni di principio». Il capo del Governo ha indicato «tra le questioni di principio la condivisione dell'impegno sui temi migratori che non può essere lasciato soltanto ai Paesi che la geografia ha messo in prima linea e che l'Unione europea dovrebbe sostenere e appoggiare. A Malta, nel vertice informale di un mese fa, sono stati fatti alcuni piccoli passi in avanti che si traducono, diciamo la verità senza spocchia, nel fatto che viene sostenuta una politica portata avanti dal nostro Paese sia nei confronti della Libia, sia nei confronti del Niger e di altri Paesi africani».


 

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