Secondo Giorgetti bisogna esporre il Crocifisso «come forte espressione della nostra tradizione cristiana e del nostro sistema di valori». Il sindaco Merola ha risposto che è meglio non soffiare sul fuoco: «non e ' il momento di contrapporre un simbolo religioso all' altro, ma di prendere e ricordare il meglio della nostra istituzione comunale e della rivoluzione francese». «Identificare un popolo con una religione è una cosa che appartiene al Medioevo – ha detto il primo cittadino - ed è purtroppo ancora molto forte in tutta l' area mediorientale. La nostra civiltà ha fatto un grande passo avanti grazie alla rivoluzione francese che, appunto, ha instaurato lo Stato laico, la libertà d 'opinione, la convivenza tra diverse religioni senza identificare lo Stato con una di queste. Quindi capisco tutto, ma inviterei tutti a riflettere prima di prendere iniziative controproducenti».
Alcuni bolognesi hanno commentato sulla bacheca facebook del sindaco postando foto di crocefissi e scrivendo «Egregio primo cittadino di Bologna ..Se non ti va di vederlo...ti giri dall'altra parte !! Qui siamo in Italia nazione che ha sempre esposto e rispettato ovunque il crocefisso ». Tra i “like” incassati dal sindaco c’è quello della comunità islamica di Bologna che attraverso il suo presidente Yassine Lafram denuncia un clima pesante: «Tira una brutta aria islamofobica, abbiamo ricevuto in questi giorni le segnalazioni di ragazze velate che sono state bersaglio di insulti e frasi come 'tornate a casa vostra' o 'criminali, assassini' e di sputi, sugli autobus o al mercato, gli sguardi biechi ormai sono all'ordine del giorno».