Mediaset, due anni di interdizione per Berlusconi
Alfano: «Siamo tutti con lui»

Mediaset, due anni di interdizione per Berlusconi Alfano: «Siamo tutti con lui»
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Domenica 20 Ottobre 2013, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 22:14
MILANO E’ stato un processo lampo, il pi breve nell’articolata storia giudiziaria di Silvio Berlusconi. In due ore i giudici della terza corte d’Appello di Milano presieduti da Arturo Soprano hanno aperto il procedimento, si sono riuniti in camera di consiglio e hanno pronunciato il verdetto: due anni di interdizione dai pubblici uffici per il Cavaliere, come chiesto dal procuratore generale Laura Bertolè Viale. «Impugneremo la sentenza, non avrebbe dovuto trovare applicazione nessuna misura interdittiva. Presenteremo nuovamente appello in Cassazione», annuncia l’avvocato Niccolò Ghedini.

11 MILIONI AL FISCO

Il primo agosto la Cassazione ha condannato Berlusconi a quattro anni, di cui tre coperti dall’indulto, per frode fiscale nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset, annullando però la pena accessoria a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici (che comporta la decadenza da parlamentare) e imponendo alla corte d’Appello di ridefinirla in un intervallo compreso tra uno e tre anni. Secondo l’accusa, così come la pena principale era stata calcolata in due terzi della pena massima, il medesimo principio deve valere per la pena accessoria. La difesa invece, sottolineando l’età avanzata del Cavaliere e il fatto che sia incensurato, ha chiesto il minimo della pena e con una mossa a sorpresa ha tentato di convincere il collegio a sospendere il processo e inviare gli atti alla Corte Costituzionale. Due le eccezioni sollevate dai difensori. La prima è sulla legge Severino, che prevede in caso di condanna l’interdizione e l’impossibilità a candidarsi per un periodo fisso di sei anni. Sostiene Ghedini: il valore retroattivo della legge è «incostituzionale» e inoltre costituisce un doppione della pena accessoria dell’interdizione già prevista dal codice penale. Insomma, siamo in presenza di «un difetto di omogeneità tra le due norme», come lo definisce l’avvocato Roberto Borgogno, che in aula ha sostituito Franco Coppi. La seconda riguarda la costituzionalità dell’articolo 13 della legge speciale numero 74 del 2000, nella parte in cui prevede che non si applichino le pene accessorie qualora sia intervenuta un’adesione all’accertamento fiscale. «Mediaset ha versato a settembre 11 milioni di euro per le due annualità, 2002 e 2003, relative alla frode fiscale contestata al leader del Pdl», spiega Ghedini. Per i legali si è dunque creata una situazione di disparità di trattamento tra i dirigenti Mediaset, che con l’adesione evitano la condanna all’interdizione, e Berlusconi, a cui invece è preclusa dal momento che in quel periodo non aveva più alcun ruolo decisionale in azienda. Ora i giudici hanno quindici giorni di tempo per depositare le motivazioni, poi l’ex premier ha 45 giorni per presentare il ricorso in Cassazione che verterà sia sulla pena accessoria che sulle due questioni di costituzionalità. La decisione definitiva potrebbe arrivare all’inizio del 2014.

AL FIANCO DEL CAVALIERE

Nel frattempo il Pdl si compatta attorno al suo capo. Riferisce il segretario Angelino Alfano: «Ho sentito al telefono Berlusconi. Il nostro leader è forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui, impegnati nella ricostruzione di un centrodestra moderno, competitivo. Il nostro progetto non sarà toccato da una sentenza che non priverà un leader del suo popolo e quel popolo del proprio leader». Ma per il vice presidente del Csm Michele Vietti non c’è nulla di straordinario nel verdetto della corte d’Appello: «In un Paese normale tocca al potere giudiziario applicare le regole che il potere politico scrive. Evitiamo di scaricare sui magistrati i nodi del sistema politico». Affermazioni che non piacciono al Pdl, a cominciare dal suo coordinatore Sandro Bondi: «Denotano la totale incoscienza dei problemi afferenti al rapporto fra l’ordine della magistratura e la democrazia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA