Magistratura democratica: Berlusconi per 4 ore alla Sacra famiglia è presa in giro

Magistratura democratica: Berlusconi per 4 ore alla Sacra famiglia è presa in giro
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Domenica 27 Aprile 2014, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 07:41
I cittadini si aspettavano che una grave condanna non finisse miseramente nel nulla e soprattutto non finisse con quella che sembra una presa di giro, con quelle quattro ore settimanali ad intrattenere i vecchini». Sul sito di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, arriva una critica molto severa alla decisione con cui il tribunale di sorveglianza di Milano il 15 aprile scorso ha disposto l'affidamento di Silvio Berlusconi ai servizi sociali, per scontare la condanna per frode fiscale inflittagli al termine del processo Mediaset, prevedendo per lui un impegno di quattro ore a settimana per assistere gli anziani ospiti della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.



È il direttore di Questione giustizia, il periodico di Md, Beniamino Deidda, sino all'anno scorso procuratore generale a Firenze, a fare le pulci alla decisione dei suoi ex colleghi, che hanno ritenuto che Berlusconi fosse «un soggetto perfettamente inserito nella legalità e iper-integrato nella società», concludendone che, «dunque, un simile soggetto presentasse scarsissima pericolosità. Quest'uomo, si saranno detti i giudici è sempre stato provvisto di denaro, ha sempre guadagnato bene, vive in una bella casa, frequenta persone altolocate (ma Previti, Dell'Utri e le 'olgettine' come vanno considerati?): dunque di che recupero può avere bisogno?». Secondo Deidda, «il Tribunale avrebbe dovuto valutare in concreto la pericolosità e le condizioni per un proficuo inserimento di questo condannato, che ha infranto gravemente la legge nonostante le sue condizioni economiche e sociali, mentre rappresentava il popolo italiano in Parlamento e ricopriva prestigiose cariche pubbliche».



E invece «nei pochi passi dell'ordinanza in cui il Tribunale si prova ad esaminare quale sia il senso del comportamento di Berlusconi, durante e dopo la condanna, afferma cose in aperto contrasto con fatti notori», come il fatto di ritenere che sia solo «politica» il dirsi vittima di un complotto da parte di giudici e pm. «Ma come si fa a credere che i giudici milanesi in tanti anni non abbiano aperto un giornale, non abbiano mai sentito Berlusconi che aggrediva i giudici, forte della sua posizione di Presidente del Consiglio; oppure che non abbiano mai sentito il condannato rinnovare le sue aggressioni prendendo a pretesto proprio la condanna per la quale è stato ora disposto l'affidamento in prova? E non bastava tutto questo per capire che si trattava di persona grandemente bisognosa di un serio programma di riadattamento sociale?».
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