Il leader della Lega ascolta Shaked - coda di cavallo da hippy e cappellino da baseball - che gli racconta come in quel luogo, un dedalo di barriere di cemento e reticolati, siano controllati 845 camion che ogni giorno portano merci e beni al «nemico» nella Striscia. Guarda la gigantesca attrezzatura che permette in 7 minuti di scannerizzare circa 100 tonnellate di prodotti per vedere se all'interno sia nascosto «materiale pericoloso che serve ad Hamas» per costruire armi, razzi o i tunnel dai quale sbucare nei kibbutz israeliani a ridosso della Striscia. Sente la distinzione, più volte ripetuta, che Shaked fa «tra i miliziani di Hamas e la gente che vive a Gaza e il divario tra le condizioni dei primi e quelle dei secondi». Osserva le buche dei colpi di mortaio lanciati da Hamas durante la guerra del 2014 sul valico che era rimasto aperto nonostante il conflitto.
Di fronte a quel muro, il leader della Lega attacca «i soldati di Hamas» e le politiche della sinistra che portano appunto ai «muri e ai fili spinati». Le stesse politiche «ipocrite» sugli «aiuti indistinti» alla Palestina che poi «finiscono ai terroristi». Rivendica l'importanza della missione in Israele e degli incontri avuti con il Likud e Avigdor Lieberman): ennesima prova sul campo della nuova politica internazionale della Lega. «Non ci avrebbero ricevuto ministri di tante cancellerie - spiega dopo aver ricordato le visite in Europa, in Russia e fra breve negli Usa in Giappone - se non ritenessero che abbiamo in mano carte da giocarci. Da due anni a questa parte la situazione è cambiata».
Per questo alza il tiro: «la Lega è pronta a governare con chi ci sta anche da domani». Poi, in serata, l'ultimo affondo legato alle intercettazioni che riguardano la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi e anche la collega Maria Elena Boschi: «ennesimo conflitto di interessi del governo Renzi al cui confronto Berlusconi era una verginella».
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