Maroni: «Si apre fase nuova, non contro la Costituzione»

Il referendum autonomista
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Ottobre 2017, 23:37
«Questa campagna apre prospettive esaltanti, ne sono certo, ma un risultato l'ha già ottenuto: far sapere a tutti che la Lombardia è davvero una regione speciale». Roberto Maroni ha affidato il suo ultimo appello al voto per il referendum consultivo sull'autonomia della Lombardia a un post sulla sua pagina Facebook. Ringraziando «tutti quelli che si sono mobilitati in queste settimane, »anche chi ha dissentito, perché tutti insieme abbiamo dato un buon esempio di democrazia». Per il presidente lombardo leghista, il fatto che per la prima volta sia stata convocata una consultazione di questo tipo «ha già fatto aprire una pagina nuova», che non ha a che vedere, garantisce, con velleità secessioniste. «Il voto di domani - ha scritto Maroni in un intervento pubblicato dal quotidiano Libero - non è contro la Costituzione, come avvenuto in Catalogna, ma per la Costituzione. Per vedere finalmente attuato quel Titolo V, riformato nel 2001, che prevede la possibilità per i territori di gestire alcune materie insieme allo Stato». Anche, ha ribadito Maroni, dal punto di vista delle risorse. Il voto dirà quanto supporto popolare avrà conquistato questa nuova fase, che ha suscitato curiosità sui media stranieri, fra cui New York Times, Cnn e Financial Times. E anche Radio Catalunya si è accreditata per la sala stampa allestita in Regione Lombardia.

Gli schieramenti non sono cambiati. Lega e centrodestra sono per il Sì, fredda la posizione di Fratelli d'Italia (uno dei fondatori, Ignazio La Russa, ieri ha detto che avrebbe votato Sì, se non fosse stato in partenza per la Sicilia).
Il M5S è a sua volta per il Sì, pur sostenendo che Maroni abbia
«personalizzato» un referendum che avrebbe dovuto essere trasversale. Sui social del gruppo, stanno girando i video della campagna e un invito: 'Vota con la testà. Nel centrosinistra, i partiti sono schierati per l'astensione. Tuttavia i sindaci delle grandi città, come Giuseppe Sala (Milano) e Giorgio Gori (Bergamo) hanno dato vita a un comitato per il Sì. Su una posizione c'è accordo, però: il referendum per l'autonomia è considerato «inutile e dispendioso», meglio sarebbe stata una trattativa diretta col Governo. Come ha fatto l'Emilia Romagna. La polemica della vigilia non è stata sui costi, ma sulla sicurezza delle voting machine elettroniche. Per il segretario milanese del Pd, Pietro Bussolati, c'è il rischio di «opacità e gravi complicazioni», perché gli uffici elettorali avrebbero «evidenziato che statisticamente il 4% delle macchine non funziona».

La ricostruzione è stata però respinta dalla Regione, secondo la quale non ci sono rischi per la sicurezza del voto, mentre l'assistenza tecnica per eventuali problemi logistici è stata garantita. Domani le urne aprono alle 7 e chiudono alle 23. Il conteggio dei voti è atteso in un paio di ore, poi da lunedì inizierà la presa d'atto del risultato del referendum. Martedì in Consiglio regionale è già in calendario la prima giornata di dibattito sulle mosse successive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA