Slitta la manovra, governo a caccia di 800 milioni

Slitta la manovra, governo a caccia di 800 milioni
di Luca Cifoni
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Lunedì 10 Aprile 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 07:57
Un documento di economia e finanza sostanzialmente definito, con l’elenco di riforme da inviare a Bruxelles inserito nel “Programma nazionale”. E una manovrina ancora da mettere a punto, anche perché nelle ultime ore si sta gonfiando di nuovi capitoli diventando quindi una sorta di decreto omnibus. Balla l’agenda del governo che secondo i piani avrebbe dovuto approvare domani, contestualmente, il Def (che in realtà era atteso alle Camere per oggi 10 aprile) e il provvedimento di finanza pubblica. È probabile invece che per quest’ultimo serva ancora qualche giorno, per cui il Consiglio dei ministri potrebbe approvarlo al massimo con la formula del “salvo intese”, lasciando di fatto ancora tempo per la stesura definitiva.

I problemi sono essenzialmente due: il coordinamento di un testo più complesso e la ricerca delle risorse necessarie ad assicurare una correzione dei conti per il 2017 da 3,4 miliardi. Se l’accorpamento sarà confermato, ci sono da aggiungere le misure originariamente destinate al decreto enti locali, con il “piatto forte” dell’allentamento del blocco del turno over (sostituzione dei dipendenti che vanno in pensione), quelle che non possono entrare nel provvedimento sulla concorrenza (cosiddetta norma anti-scorrerie societarie e forse ripristino dell’operatività per gli autobus low cost Flixbus) e infine i correttivi all’Ape social in materia previdenziale.

LE ESIGENZE POLITICHE
Sul fronte finanziario, il ministero dell’Economia si è dovuto misurare in queste settimane con l’esigenza politica di escludere dal menu della manovra correttiva misure di inasprimento diretto del carico fiscale, compreso un ritocco delle accise sulla benzina. Il capitolo più consistente resta l’ampliamento dello split payment per il recupero dell’evasione Iva: ovvero la procedura in base alla quale i fornitori dello Stato anticipano, dirottandola su un apposito conto corrente, l’imposta relativa a queste transazioni. Il governo ha già ottenuto un prima via libera della commissione europea al prolungamento temporale di questo regime e conta di applicarlo anche alle società pubbliche. I maggiori introiti netti sarebbero di un miliardo. Di rilievo anche il contributo richiesto al settore dei giochi, con l’aumento della tassa sulle vincite e del Preu (prelievo unico erariale) applicato a slot machines e videolotterie: in tutto si potrebbe arrivare a 400-500 milioni. Da una complessiva revisione delle accise sui tabacchi deriverebbe invece un beneficio di circa 200 milioni. Sempre in campo fiscale il governo intende proporre una rottamazione delle liti tributarie, con la quale - al di sotto di un certo importo - al contribuente verrebbe chiesto di versare quanto originariamente contestato dall’amministrazione finanziare. Nel 2012 una misura di questo tipo assicurò poco meno di 200 milioni, anche perché una buona parte del contenzioso riguarda importi particolarmente rilevanti. Un aiuto potrebbe certo venire dalla rottamazione in corso, quella delle cartelle Equitalia: ma l’eventuale maggior gettito deve essere confermato e contabilizzato prima di poter essere utilizzato. 

RISPARMI DIFFICILI
Infine ci sono i tagli di spesa, che secondo gli impegni con l’Europa avrebbero dovuto assicurare 850 milioni, ancora non tutti confermati. Ecco quindi che un conto approssimativo porta il totale intorno ai 2,6 miliardi, cioè a circa 800 milioni dall’obiettivo. Toccherà al governo valutare se chiudere il cerchio con misure “sensibili” in campo fiscale, quale la possibile stretta sui meccanismi di pignoramento ventilata qualche giorno fa.
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