M5s, spunta dossier sul voto: Grillo furioso. Scontro su intesa con Farage

Beppe Grillo
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Giovedì 29 Maggio 2014, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:11

Alta tensione nel Movimento 5 stelle dopo la diffusione di un documento riservato con una analisi dei motivi della sconfitta. Beppe Grillo intanto scrive su Facebook: «C'è chi ha chiesto le mie "dimissioni" (non si sa da cosa)». Poi pubblica sul suo blog un post firmato da Aldo Giannulli dal titolo «Grillo non deve dimettersi».

«Grillo e Casaleggio - si legge nel post - restino dove sono, ma facciano spazio anche ad altri, che il movimento abbia una immagine più ricca e collegiale, dimostri di non essere più solo i suoi due fondatori». «Il M5s rafforzi l'immagine di forza politica propositiva capace di tradurre la sua spinta antisistema in obiettivi parziali, concreti e perseguibili - prosegue -. La strada è lunga. Il M5s ha preso una battuta d'arresto, non una

sconfitta definitiva».

«Beppe Grillo mi ha detto bravo e ha aggiunto che in tv dico anche cose abbastanza condivisibili», dice intanto Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, al programma di Radio2 Rai Un Giorno da Pecora, riferendosi all'incontro avuto ieri con il leader M5S sul volo che ha portato entrambi a Bruxelles. E di cosa avete parlato? «Abbiamo avuto una conversazione interessante, abbiamo parlato di agricoltura e di cucina, di pesto soprattutto, se farlo con o senza aglio, c'è chi lo preferisce con l'aglio e chi no», ha detto Salvini. Come l'ha trovato? «È stato sorridente e gentile, non era pimpantissimo ovviamente», ha spiegato Salvini a Radio2 Rai.

Intanto alcuni parlamentari 5 stelle criticano l'intesa con il leader dell'Ukip, il partito di destra inglese euroscettico, Nigel Farage. «Alleanza con Farage #dabrivido», scrive il deputato Aris Prodani. Eleonora Bechis, deputata piemontese del M5S, twitta: «Ukip antitesi m5s meglio soli». Poi argomenta: «Beppe Grillo non è un fesso, e credo che ascoltare anche chi appare essere l'antitesi del M5S sia doveroso. Farage ragiona come uno speculatore finanziario, ha modi e idee da estrema destra, è un nuclearista, del piano Rifiuti Zero non ne vuole sapere ed è un misogino omofobo xenofobo. Il suo unico pregio - continua la deputata - è essere un ottimo oratore, un fuffologo. Mando a Farage la foto scattata in occasione del DDL Omofobia, vediamo cosa ne pensa. La rete saprà scegliere per il meglio».

Intanto a creare malumori è anche un documento interno e riservato dei 5Stelle di analisi del voto finito alla stampa. Investire sulla tv, cambio nel metodo di selezione dei parlamentari, presentare una squadra di governo. Sono queste le soluzioni che lo staff comunicazione del M5S in Parlamento suggerisce per uscire dalla fase di stallo dopo la sconfitta alle Europee.

L'analisi parte dalla tesi che «il MoVimento non è crollato, ma Renzi ha stravinto, con percentuali senza precedenti nella storia della Repubblica se si escludono i risultato della Dc del dopoguerra, ai tempi della legge truffa».

Il passaggio relativo alla tv, evidenzia il cattivo uso del mezzo televisivo. Più che un generico «più televisione» è un invito a «usare meglio la televisione». In particolare, si sottolinea come si sia sottovalutata l'influenza dei tg («Guardano i tg oltre 15/20 milioni di persone ogni giorno») a favore di talk show o trasmissioni che hanno un pubblico nettamente inferiore. Il documento è composto da quattro capitoli: «Intro», «Fuori», «Dentro» e «Possibili soluzioni». La parte più interessante riguarda la exit strategy, l'ultimo capitolo. Lo staff invita a «uscire fuori»: «Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri».

«Per far percepire l'affidabilità e il costruttivismo del gruppo - si legge - non si possono più fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema non lo si può denunciare». E a tal proposito viene suggerita la presentazione di «una squadra di governo» che possa concretizzare queste

idee. «Dovrebbero essere assunti concetti primari per il Paese (lavoro, politica energetica, …) e sviluppati in gruppi di lavoro inter-commissioni - prosegue - Applicando una metodologia di lavoro, avvalendosi di esperti, alla fine del percorse di giunge a una soluzione per il problema scelto». «Bisogna rafforzare quantitativamente e qualitativamente l'attività legislativa. Assumere consulenti preparati, i migliori esperti, rafforzare il reparto», si legge nel documento.

«I parlamentari devono tornare a confrontarsi sui temi pratici e concreti - si sottolinea - E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro Parlamentare o dell'attività di Governo». «Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input, soffrendo la mancanza di coordinamento fra i vari "produttori di notizie" ovvero la comunicazione della Camera, la comunicazione del Senato, il blog e Beppe Grillo - si nota - Paghiamo il fatto che troppo spesso i compartimenti restano isolati l'uno dall'altro. Al netto dei temi di stretta attualità abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme. Poteva essere utile mettere in calendario la potenza da fuoco tema su tema,

unendo le forze».

«Il voto del 25 maggio non è stato tanto

pro-Renzi o pro-Pd, nonostante le percentuali bulgare, quanto contro il MoVimento 5 Stelle e lo spettro della "paura" costruito finemente ed efficacemente per portare, quindi, tutti gli elettori in un alveo di "sicurezza", rappresentata da Renzi», si si legge ancora nel documento riservato.

«La chiamata alle armi contro la forza del male (riproduzione del modello anti berlusconiano) - si legge - è riuscita tanto è vero che a "sinistra", invece di esultare per un risultato mai ottenuto, hanno invece tirato un sospiro di sollievo (la Repubblica è salva) o inveito contro il grillino sconfitto».

«Non siamo da governo. Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l'atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti (la battaglia sul 138 l'hanno capita ben poche persone). Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti».

«Gli italiani in questa fase difficile hanno dimostrato di aver bisogno di affidarsi a un uomo forte (fattore che ciclicamente torna nella storia, da Mussolini a Berlusconi) e hanno bisogno di serenità. Renzi ha saputo trasmettere serenità costruttiva, mentre noi abbiamo trasmesso energia sì, ma ansiosa e fatta percepire dai media e dagli altri competitor come distruttiva». È quanto si legge poi nel documento.