La replica di Pepe. Un vero e proprio blitz organizzato di domenica pomeriggio, in un quartiere di Napoli «difficilmente raggiungibile» e «per di più in un giorno in cui non potevo garantire la mia presenza in riunione». Il senatore Bartolomeo Pepe, sfiduciato dal meet up di Napoli e ora a rischio espulsione, dice la sua sul 'cartellino rosso' che il territorio ha estratto contro di lui. E punta il dito verso i falchi che avrebbero voluto la scomunica della base, in primis il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico. «Io sono del meetup di Acerra e Casalnuovo - dice all'Adnkronos Pepe - non appartengo al meetup di Napoli. Eppure, hanno indetto una riunione alle 15, nonostante non potessi partecipare perchè ero impegnato a Cosenza, ad un incontro sull'emergenza ambientale. Hanno cambiato forzatamente l'odg dell'assemblea, sia Fico che la senatrice Vilma Moronese, affinchè il meetup di Napoli prendesse le distanze da me. Hanno deciso una sfiducia che non era all'odg, una trentina di persone su 5.000 iscritti. Tutta gente del Vomero per giunta, la zona dove abita Fico. Trenta persone che sfiduciano un senatore della Repubblica».
«Eppure più volte ho chiarito sulle rendicontazioni - aggiunge - rispondendo alle richieste che arrivavano dalla base. Mi dissocio da questo attacco e modo di procedere. Oltretutto - rivendica Pepe - vogliono liberarsi della punta di diamante dell'ambientalismo in Campania proprio nel momento in cui si discute di ecomafia: le forze che hanno creato l'emergenza a Napoli e dintorni sentitamente ringraziano. Non mi spiego come si voglia delegittimare una persona che si è distinta per queste tematiche sul territorio».
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