Bocciato, nei piani M5S, il cosidetto turismo di massa perché «non genera ricchezza». L'esempio che fa il deputato veronese Mattia Fantinati è Venezia che ospita orde di turisti che sbarcano con le navi da crociera la cui presenza non è capitalizzabile per le strutture ricettive del territorio. I dati su cui basano le loro consioderazioni i Cinque Stelle sono dell' UNWTO World Tourism Barometer e vedono l'Italia in quinta posizione nella graduatoria del 2016 con 50, 7 milioni di arrivi internazionali nel 2015 ma settima per introiti. La Gran Bretagna è ottava per arrivi e e sopra l'Italia, al sesto posto per introiti. Si studia dunque un modo per trattenere meglio i visitatori e organizzare l'indotto in modo più proficuo.
Una carta importante sarà giocata dalla tecnologia digitale: in conferenza stampa non vengono mai nominati Uber e Airbnb ma si citano indirettamente. «Una famosa application ha battuto tutte le realtà e presto si connetterà con le realtà turistiche ed enogastronomiche» accenna il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio lasciando intendere che bisogna essere veloci per essere competitivi. Si fa l'esempio di Roma capitale dove è stato creato un dipartimento turistico ad hoc con 5 milioni di euro di dotazione, di cui 2,280 mila dedicati alla promozione.
L’ultimo punto del programma riguarda il turismo sostenibile. «Noi vogliamo agire in ottica sostenibile - dicono i Cinque Stelle - e favorire il diffondersi di attività turistiche ricettive che non accrescano il consumo di territorio, utilizzando strutture già esistenti (bed & breakfast, albergo diffuso, agriturismo)». Ultimo punto è l'integrazione tra turismo e imprese: «Favorire - si legge - la localizzazione di attività tradizionali ed artigiane e dei loro punti vendita integrandole con le strutture turistiche principali».
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