M5S, sul blog la discussione sul programma economico:
«Europa a due velocità? Perché non cinque o sei?»

L'Europa a più velocità secondo il M5S
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Martedì 8 Agosto 2017, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 21:39
Gruppi omogenei di paesi europei per costruire un'Europa a più velocità, a cinque, sei velocità. Non a due. Questo il monito che arriva dal blog di Beppe Grillo che da giorni, incurante degli attacchi hacker, sta portando avanti la discussione sul programma economico del M5S. E lo fa con un professore di finanza dell'università Cattolica di Milano, Claudio Maria Grossi. Le considerazioni espresse dal professore sul blog si avvicinano a quell'idea di alleanza dei paesi del Mediterraneo che spunta ciclicamente nel Movimento 5 stelle che, da quando ha accantonato il referendum sull'euro, sta escogitando qualsiasi modo per rimanere all'interno dell'Unione Europea e combattere, da dentro, i vincoli di bilancio come il fiscal compact. 

Il docente rimarca come le regole di Maastricht siano un sistema che ormai si è
«indurito dal punto di vista degli obblighi di bilancio e di governo dell’economia e della finanza degli stati». Regole «che non hanno affatto fatto del bene all’economia».

Perciò, dice Grossi:
«ciò che è stato definito stabilità e crescita e i misuratori di stabilità e crescita, devono assolutamente essere rivisti». Anche perché, sottolinea, i paesi non sono tutti uguali.
Soluzioni proposte:

«la prima è raggruppare stati per caratteristiche omogenee, e allora le velocità non sono due, ma forse sono quattro o cinque». Da qui, riflette, bisognerebbe pensare più che alle velocità alle quali «mete da raggiungere, che non possono necessariamente essere il 3% di rapporto deficit/Pil e il 60% del rapporto debito/Pil, perché ogni stato ha caratteristiche, come le imprese, diverse, e le performance che può ottenere possono ed è comprensibile che siano diverse». 

Perciò, si legge ancora sul blog, bisogna «personalizzare i parametri di riferimento» poiché «un’impresa che fa minuterie metalliche non è la stessa impresa che fa automobili, e non potrà avere gli stessi parametri». «Fuor di metafora - cocnclude il professor Grossi - ogni stato dovrà essere misurato sulle sue reali condizioni di performance possibili, e mirare a quelle, quindi target diversi e velocità diverse, per diversi gruppi di paesi. Credo che trovare l’armonia e la condivisione su questo, faccia fare un enorme salto di qualità anche al clima di collaborazione europeo». 
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