M5S dovrà pagare 30 mila euro di spese legali agli esclusi dalle comunarie di Roma

Non più solo micro donazioni
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Lunedì 5 Febbraio 2018, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 12:44

Trentamila euro di spese legali e non solo. Perché ora i ricorrenti contro il M5S -i primi in assoluto ad aver portato Beppe Grillo e i suoi in tribunale- chiederanno anche il risarcimento danni. Il giudice Francesco Remo Scerrato, della sedicesima sezione civile dei Tribunale di Roma, ha infatti accolto il ricorso di Roberto Motta e Antonio Caracciolo, due ex 5 Stelle espulsi dal Movimento e per questo impossibilitati a partecipare alle comunarie 5 Stelle per Roma, quelle che incoronarono Virginia Raggi alla corsa verso il Campidoglio.

Il M5S dovrà per ora sborsare 30mila euro di spese legali, il resto si vedrà. Si tratta della prima causa contro i cartellini rossi decisi dai vertici del Movimento, la mina che ha generato un vero e proprio effetto domino con ricorsi in tutta Italia. La sentenza emessa «evidentemente dimostra - dice all'Adnkronos Lorenzo Borré, il legale artefice di tutte le battaglie degli espulsi dal Movimento - che qualcuno sbagliava a definire le nostre motivazioni "robetta"». Il riferimento, chiaro, è alle parole della sindaca e avvocatessa Raggi, che all'epoca snobbò la causa intentata da Motta e Caracciolo. Quest'ultimo, docente universitario alla Sapienza di Roma, era stato espulso per alcune dichiarazioni tacciate di negazionismo. Accuse per le quali, invece, aveva subito un procedimento disciplinare alla Sapienza da cui era uscito con una piena assoluzione. Grillo, in un suo show nella Capitale, lo aveva attaccato duramente: «per lui l'Olocausto era un B&b».

Per questo, Caracciolo chiede il risarcimento danni anche per diffamazione, oltre che per la mancata partecipazione alle comunarie capitoline, col rischio che il conto da pagare per il garante del Movimento diventi salatissimo. Nello specifico la sentenza emessa ha inoltre confermato l'esistenza di due distinte associazioni denominate MoVimento 5 Stelle, condannando entrambe al pagamento delle spese legali. 

E sul fronte costi politici si registra una importante svolta nella campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. I pentastellati per la prima volta aprono alle donazioni superiori ai 5mila euro: dunque non più solo micro-donazioni da poche decine o centinaia di euro, che fino ad ora avevano rappresentato la benzina del M5S. Il sito delle donazioni per la campagna elettorale rintracciabile sul Blog delle Stelle presenta una nuova veste grafica: oltra al link con le donazioni da 20, 35, 50 e 150 euro, è possibile trovare un'area dedicata alle donazioni maggiori di 5.000 euro.

Qui si legge: «Nel caso si intenda fare una donazione al Comitato elettorale del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche per un importo superiore a 5.000 euro, il soggetto che li eroga (il Donante) ed il soggetto che li riceve (il Comitato) sono tenuti a farne dichiarazione congiunta» tramite un modulo scaricabile dal sito. Il documento, valido sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche, una volta compilato va inviato al Comitato elettorale del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche, all'indirizzo di via Piemonte 32. Diverso l'indirizzo del legale rappresentante del Comitato indicato sempre nello stesso modulo: via del Colosseo 23. Nell'atto di costituzione del Comitato elettorale che l'Adnkronos ha potuto visionare, quest'ultimo indirizzo viene indicato come domicilio per lo stesso atto dei tre componenti del Comitato (Vincenzo Spadafora, Pietro Dettori e Dario De Falco) in qualità di «promotori».


Nell'informativa sulla privacy per le donazioni si legge che «il titolare del trattamento è Comitato elettorale del Movimento 5 Stelle con sede in Roma, via del Colosseo 23» mentre «il responsabile del trattamento dei dati è l'Associazione Rousseau con sede a Milano, in via G. Morone 6». Nell'informativa viene specificato che «esistono altri responsabili del trattamento (esterni) nominati con apposita nomina ex art. 29 Codice privacy per l'esecuzione dei trattamenti necessari alle finalità proprie del Movimento»: l'elenco dei responsabili esterni «è conoscibile inviando richiesta scritta al Titolare del trattamento e/o al Responsabile del trattamento dei dati». Un cambio di passo che cozza con il Movimento della prima ora e con un recente post sul Blog delle Stelle firmato da Alessandro Di Battista, nel quale il deputato uscente, invitando la base M5S a sostenere la campagna per le politiche, scriveva fiero: «Avremo un unico lobbista: il popolo italiano. Meglio migliaia e migliaia di micro-donazioni che un'unica grande donazione! Il MoVimento 5 Stelle rifiuta i rimborsi elettorali, le grandi donazioni di gruppi lobbistici o di privati, accetta e chiede micro-donazioni da parte di tutti voi». Poco più di due mesi dopo quel post, il via libera alle maxi donazioni.

Tutto falso, dice il M5S che ha raccolto quasi 500mila euro in due mesi e giura che non incasserà mai donazioni superiori a 5 mila euro. «Non abbiamo mai accettato donazioni» superiori ai 5mila euro «e non le accetteremo».  E allora perché il modulo? Burocrazia, dicono.
«Per legge, per le donazioni superiori a 5.000 euro bisogna indicare quanto riportato nel sito e quindi viene specificato che va prodotta questa documentazione, come specificato dalla legge.

Non abbiamo mai accettato donazioni di questo tipo e non le accetteremo». «La donazione media dei nostri sostenitori è di circa 30 euro. Tutti i dati relativi ai donatori e agli importi delle donazioni saranno resi pubblici. I partiti hanno preso milioni di euro senza specificare da chi li hanno presi grazie alla norma creata ad hoc nel 2013. Per noi la trasparenza viene prima di tutto e pubblicheremo tutti i nomi e gli importi delle donazioni», conclude l'M5S.

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