M5S, Di Maio sotto accusa per le note spese: 100mila euro in 3 anni

Luigi Di Maio
di Stefania Piras
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Martedì 18 Ottobre 2016, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 17:54

È rivolta contro Luigi Di Maio nel Movimento5 stelle. La sua leadership confermata dai leader non sembra essere tale tra i parlamentari che nelle ultime settimane hanno espresso più di un dubbio sull'onnipresenza, sul blog ma anche in tv e negli eventi sul territorio del deputato campano. E proprio sull'attività politica in giro per l'Italia del vicepresidente della Camera si posa la lente d'ingrandimento dei detrattori.

Alla voce «eventi sul territorio» nelle rendicontazioni mensili ufficiali del M5S, inaugurate durante lo sbarco in Parlamento in piena sindrome scontrini, si registra una cifra che dimostra l'iperattivismo di Di Maio che in tre anni ha speso oltre 100mila euro. Almeno fino a maggio di quest'anno sono 127.439 per la precisione con una punta assoluta di 9700 euro rendicontati nell'ottobre 2015. «Beh lui gira tantissimo» commentano vaghi alcuni colleghi. Altri vedono in questa cifra lo specchio di una maratona corsa in solitaria alla ricerca di un consenso personale.

Nel sito Maquantospendi.it (sito non ufficiale ma speculare a quello dei Cinque Stelle) si sommano tutte le cifre rendicontate dai parlamentari divise per categoria. E Di Maio risulta al primo posto per soldi spesi per attività svolte sul territorio. Secondo classificato con un importo decisamente più basso (31 mila euro) è Roberto Fico, rivale politico di Di Maio. E così anche gli altri membri dell'ex direttorio spiccano per spese più contenute: Carla Ruocco (25 mila), Carlo Sibilia (19 mila euro), Alessandro Di Battista (16 mila euro). Incluse negli oltre 100 mila euro ci sono le spese di vitto, alloggio e trasporti per le missioni non ufficiali e per eventi come raduni o iniziative sul territorio e infine, sotto la stessa voce, va anche la «stampa di materiale informativo» ovvero i classici volantini. Insomma, è la dimostrazione che non esiste la politica a costo zero come recitava un mantra dei Cinque Stelle prima di entrare in Parlamento.

EVENTI SUL TERRITORIO
E lo ammette lo stesso Di Maio che tuttavia dice molto candidamente che quelle somme potrebbero essere più alte ancora: «Come vicepresidente della Camera dichiara - rinuncio al doppio stipendio, alle spese di rappresentanza, all'auto blu, al telepass gratuito, alle spese di tipografia e al cellulare di servizio. Gli eventi sul territorio prevedono spese di vitto, di alloggio e anche di trasporti che in alcuni casi non mi faccio rimborsare e in altri non sono rimborsabili. Faccio anche risparmiare al Cerimoniale della Camera alcune spese che in passato ho pagato direttamente con i miei rimborsi. Questo - continua - per non parlare delle attività sul mio territorio». Attività che per comodità vengono classificate molto sommariamente come eventi sul territorio.

«Una dicitura fittizia» spiega Di Maio perché «tutti quanti utilizziamo fondi per spostarci sul territorio, non è eventi sul territorio come a sembrare che si stia finanziando qualcosa. Sono spostamenti logistici e tutto quel che riguarda un normale parlamentare che si muove sul territorio». Ma non è una spiegazione che convince l'opposizione. «Come fa Luigi Di Maio a parlare di risparmi, di lotta agli sprechi e di attività politica francescana se poi si fa rimborsare dalla Camera la bella cifra di 100 mila euro per attività sul territorio?». Lo chiede Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera. «Nel goffo tentativo di trovare una spiegazione francescana si arrampica sugli specchi e parla di spese in viaggi. Forse si è dimenticato che queste, per i deputati, sono gratis» conclude.

ASSEMBLEA PER CONTARSI
Le spese e la visibilità di Di Maio cominciano a essere indigeste a diversi parlamentari. Il capo della fronda sarebbe Roberto Fico che però in accordo con una strategia decisa con lo staff M5S smentisce le rivelazioni del libro Supernova scritto a quattro mani da due ex collaboratori del M5S (Marco Canestrari, ex braccio destro di Casaleggio e Grillo, e Nicola Biondo, ex capoufficio stampa del gruppo alla Camera) che lo ritraggono come il più movimentista, e allergico alla deriva «vipparola» che starebbe contaminando il Movimento. «Non ci saranno mai correnti interne» precisa Fico.

E però intanto, giorni fa si vociferava perfino di una richiesta di un'assemblea congiunta di deputati e senatori con l'obiettivo preciso di contarsi. Contare, cioè, chi avalla questa rinnovata fiducia al vicepresidente della Camera che finora è stata benedetta ufficialmente solo da Grillo e Casaleggio. Basta leggere le parole della senatrice M5S Elisa Bulgarelli che si scaglia contro il «leaderismo» e la creazioni di «correnti di potere». Le fa eco la collega campana Paola Nugnes: «Non amo le correnti di potere, il leaderismo poi mi fa decisamente schifo...per i cosiddetti leader...e per gli altri che li acclamano...».

La base M5S intanto è in fermento: continuano ad arrivare ogni giorno messaggi enfatici agli attivisti, anche a quelli che hanno l'account disabilitato al voto: «Aiutami a proteggere il Movimento 5Stelle da chi vuole distruggerlo! Vota ora su Regolamento e Non Statuto.

Conto su di te». Firmato Beppe Grillo. «A Beppe Grillo toccherà tornare presto a Roma» commenta un deputato che osserva in silenzio la faida e la nascita di un nuovo meetup proprio nella Capitale.

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