M5S, caos parlamentarie. E scoppia il caso quote rosa

M5S, caos parlamentarie. E scoppia il caso quote rosa
di Stefania Piras
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 08:21

Votazioni chiuse. «Il voto si è svolto con regolarità e in sicurezza, il caos non c'è stato», si legge sul blog di Grillo. In realtà nel tardo pomeriggio si era optato per prorogare perché anche ieri il sito Rousseau su cui si sta velocemente spostando tutta l'attività politica del M5S (i siti ufficiali che custodivano le liste civiche composte dai primi, temerari candidati consiglieri comunali dal 2009 in poi sono sparite da quando esiste la nuova associazione M5S), ha faticato a reggere più connessioni contemporaneamente. «Rousseau, c'è tanto da migliorare», questo il commento di un neoiscritto deluso. Tuttavia «i risultati delle votazioni sono stati affidati a due notai che li custodiranno fino a domenica - si legge nel blog - Le liste definitive saranno annunciate questa domenica a Pescara».

SERVER
Gli esclusi (tanti) ora parlano di test falsato: «È una finzione». E minacciano una pioggia di ricorsi. Altro problema: ci sono pochissime donne negli elenchi del M5S e al Senato la compensazione delle liste non è a livello nazionale bensì regionale. Ecco perché molte aspiranti senatrici over 40 sono state deportate alla Camera con una deroga al regolamento last minute. E questo comporta il rischio di non centrare l'elezione per diversi deputati uomini. Per esempio in Abruzzo gli uscenti sono tre uomini, e dovendo inserire una donna nel listino, uno dei due finirà in una rischiosa quinta posizione. Oppure a Bitonto, dei 35 che hanno presentato la loro candidatura alle parlamentarie, solo 5 sono donne, di cui solo due attiviste. Insomma, la confusione (tecnologica ma anche politica) è grande sotto al cielo.

«Con i soldi che verseremo una volta rieletti magari compriamo dei server migliori», ride per non piangere un deputato M5S che cammina in Transatlantico. Il server si intasa perché c'è la folla di candidati. Solo a Roma c'è un esercito di pretendenti: oltre 1500. Fa i conti un'aiutante dello staff, perplessa dall'ingorgo di candidati più che di votanti. Come in Puglia, dove ci sono 527 aspiranti parlamentari: l'850% in più rispetto al 2013 quando i candidati erano solo 62. In Puglia c'è anche il deputato Francesco Cariello, che è stato escluso dalla corsa perché condannato ma anche perché, dice lui, «non in linea». C'è poi una miriade di attivisti che ha pagato e spedito i certificati penali, convinti di essere candidati e invece sono rimasti a bocca asciutta. Promettono i soliti ricorsi legali, ieri il telefono dell'avvocato Lorenzo Borré era bollente ma ha dovuto dire di no a tutti perché ora è impegnato a difendere chi non è migrato nella nuova associazione M5S che è un partito a tutti gli effetti e quindi ha una discrezione assoluta, anche sulle candidature. I fedelissimi dei vertici però vanno ripetendo in queste ore: «Ricorsi inutili» perché chi ha accettato la nuova associazione ha accettato «un regolamento che esplicitava che tutte le candidature sarebbero state soggette ad un controllo preventivo».

Ma il deputato e avvocato Andrea Colletti scrive: «Ci sono dei però che non mi sono piaciuti: in primis alcune esclusioni totalmente immotivate. E, proprio per questo, sto cercando di avere spiegazioni». Segno che gli strascichi saranno lunghi. Anche se dai piani alti fanno spallucce alla notizia dei ricorsi. «Tutto previsto», dicono. «Mazzillo era candidato con un'altra forza politica e Modica in Sicilia fino al 2013 era con Crocetta», spiegano i beninformati. Perciò anche chi diventa mister clic deve ricordare che l'ultima parola spetterà comunque allo staff del capo politico.

AUDIO
In Sicilia ci sono le tensioni più forti. Il deputato uscente Riccardo Nuti ha condiviso sul suo profilo social il video di un'assemblea dove si parla di scegliere i migliori e convogliare i voti. E poi c'è un audio anonimo che arriva dalla Sicilia e svelato dagli ex M5S Marco Canestrari e Nicola Biondo che lo attribuiscono a un parlamentare: «Sta succedendo un manicomio, il sistema è in tilt, chiedi di sospendere il voto anche a chi hai contattato per i clic», afferma la voce, dal chiaro accento siciliano.

 

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