Lupi, alle Infrastrutture sale Delrio. Ai centristi gli Affari regionali

Lupi, alle Infrastrutture sale Delrio. Ai centristi gli Affari regionali
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Sabato 21 Marzo 2015, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 11:27
dal nostro inviato Alberto Gentili

BRUXELLES - Matteo Renzi non ha fretta di mettere le mani sul dossier-Infrastrutture. A sentire i suoi, nelle pause del Consiglio europeo, il premier non avrebbe fatto «una sola telefonata» per istruire la pratica sulla successione a Maurizio Lupi. «E' tutto rinviato a lunedì, quando incontrerò il capo dello Stato. Con lui farò le valutazioni sui nomi», ha fatto sapere Renzi prima di lasciare palazzo Justus Lipsius. Il premier ha anche chiarito che non intende assumere un interim lungo, come qualcuno aveva previsto: magari fino alle elezioni regionali di fine maggio che aggiorneranno il “peso” delle forze politiche, permettendo un corposo rimpasto. «Per adesso prendo l'interim del dicastero», ha spiegato Renzi, «poi, nei prossimi giorni, ore, farò le scelte conseguenti». La più probabile: il sottosegretario Graziano Delrio alle Infrastrutture e il centrista Gaetano Quagliariello agli Affari regionali (poltrona lasciata libera da Maria Carmela Lanzetta) con l'aggiunta dell'importante delega (ora in mano a Delrio) ai fondi europei.



Anche se dice di non aver fretta, Renzi - per poter salire lunedì al Quirinale con una lista di nomi - per forza di cose nelle prossime ore dovrà decidere a chi affidare l'importante dicastero delle Infrastrutture. Per certo, oltre all'ipotesi-Delrio, c'è che il premier sta corteggiando l'attuale capo dell'Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone. Tant'è, che c'è perfino chi fa il nome del successore: Michele Corradino. Ma Cantone resiste e non sembra intenzionato a recedere dal niet. In più, diversi esponenti del Pd stanno suggerendo a Renzi di evitare un'epilogo del genere: «Affidare a un magistrato la gestione delle grandi opere sarebbe una sconfitta per la politica». Gli stessi, «se proprio un tecnico deve essere», indicano come alternativa a Cantone, il nome di Andrea Guerra (ex ad di Luxottica ora consulente di palazzo Chigi).



LO SCACCHIERE

La nomina di Delrio potrebbe essere accompagnata da una mossa che Renzi medita da tempo e che aveva fatto infuriare Lupi: trasferire a palazzo Chigi la struttura tecnica di missione incaricata di assegnare le grandi opere, quella fino a dicembre guidata da Ercole Incalza. Il candidato più gettonato per guidare la struttura: Luca Lotti, che già presiede il Cipe e soprattutto è fidatissimo del premier e con lo sbarco di Delrio al dicastero di Porta Pia potrebbe assumere anche il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

LE ALTRE IPOTESI



C'è chi non esclude, però, che il premier potrebbe adottare tutto un altro schema. Svuotate le Infrastrutture dalla struttura tecnica di missione, Renzi potrebbe compiere il beau geste di confermare la poltrona al Ncd: i nomi sono quelli di Quagliariello o di Maurizio Sacconi. Oppure potrebbe trasferire i centristi alla Scuola (Stefania Giannini è ormai del Pd) o agli Affari Regionali. In quest'ultimo caso potrebbe essere nominata Nunzia De Girolamo, in quanto donna (dopo le dimissioni della Lanzetta la quota rosa si è assottigliata) e perché lascerebbe libero per Lupi il posto di capogruppo alla Camera. Più difficile, vista la brevità dei tempi, che Renzi proceda allo smembramento del ministero dando i Lavori pubblici a Delrio o a Lotti. E i Trasporti a Quagliariello.