Lombardi-Zingaretti, lite sui fondi Ue: la pentastellata attacca il governatore

Lombardi-Zingaretti, lite sui fondi Ue: la pentastellata attacca il governatore
di Simone Canettieri
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:12
Lo scontro inizia a Saxa Rubra, negli studi del Tg3, quando Roberta Lombardi, candidata del M5S, sul finale legge da un foglio che «secondo il rapporto annuale della Commissione Ue sui fondi europei spesi nel Lazio sui 3 milioni e 600 mila euro di voucher familiari per gli asili nido il principio di gestione finanziaria non viene rispettato». Nicola Zingaretti su due piedi non replica. La risposta arriva però nel pomeriggio accompagnato da un avviso di querela: «Il progetto a cui fa riferimento Lombardi - spiega la Regione in una nota - si trovava all'interno di un avviso pubblico del 2008 e gestito nel 2010, quindi tre anni prima dell'arrivo della Giunta Zingaretti. Inoltre, il progetto non è stato affidato direttamente, ma a seguito di procedura di evidenza pubblica. Peraltro si sottolinea che la Commissione Europea non ha rilevato alcuna frode ai danni delle donne beneficiarie». Lombardi rincara la dose: «Il report è del 2015 e si riferisce all'attività di gestione dei fondi europei da parte della giunta regionale Pd proprio di quell'anno, altrimenti le stesse valutazioni comparirebbero nel report degli anni precedenti». Nuova replica alla grillina: «Speriamo che in futuro si attenga al merito dei fatti ed eviti, con dichiarazioni infondate». Ecco, questo è l'unico brivido del primo dibattito a cinque per le regionali (tra i big mancava Stefano Parisi, che sarà in scena domani con gli altri tre candidati).

IN TV
Mauro Antonini di Casapound, grisaglia severa e cravatta regimental, rilancia il «mutuo sociale e il reddito nazionale di natalità da 500 euro al mese». Dice anche «prima i laziali», pensando ai cittadini quindi anche ai romanisti, e spende sempre le repliche contro Lombardi, segno di un'area da difendere. Sergio Pirozzi, sorridente nonostante non guardi mai in camera, è l'unico casual, in maglione e camicia. Il sindaco di Amatrice parla di sanità e di debito da rinegoziare: «Io do anche le soluzioni». Poi se ne esce con una metafora in bersanese: «Sui rifiuti la politica ha guardato l'albero e ha perso di vista il bosco: ad Amatrice ho raggiunto il 67% di differenziata!». Elisabetta Canitano, di Potere al Popolo, è quella più agguerrita contro Zingaretti (nonostante il fratello sia candidato in una civica con lui). Questo è il suo biglietto da visita: «Ci opponiamo al dominio del profitto sulle nostre vite», Poi la ginecologa affonda: «Le lista d'attesa in sanità sono il frutto della mercificazione della nostra società». Seguono gli strali sulla Roma-Latina e sui precari della sanità. Qui Zingaretti le replica: «Ma abbiamo assunto 3mila persone». Il governatore uscente non attacca mai gli altri gioca la carta della forza tranquilla: «Non dobbiamo fermarci, ma continuare il lavoro svolto: sanità, trasporti e rifiuti». Allora Lombardi, che tra le priorità mette la sicurezza per i territori e il controllo degli immigrati ma anche il reddito di cittadinanza e un assegno da 150 euro per le mamme, prova il corpo a corpo: «La Regione non ha il piano rifiuti». Il dem: «È colpa della città metropolitana che non ci dà le linee guida». La grillina: «Ha dovuto aspettare la sindaca Raggi per chiudere il piano?». Il dibattito scivola così, fino alla polemica sui fondi Ue. Il più divertito sembra Pirozzi.
 
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