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Mauro Antonini di Casapound, grisaglia severa e cravatta regimental, rilancia il «mutuo sociale e il reddito nazionale di natalità da 500 euro al mese». Dice anche «prima i laziali», pensando ai cittadini quindi anche ai romanisti, e spende sempre le repliche contro Lombardi, segno di un'area da difendere. Sergio Pirozzi, sorridente nonostante non guardi mai in camera, è l'unico casual, in maglione e camicia. Il sindaco di Amatrice parla di sanità e di debito da rinegoziare: «Io do anche le soluzioni». Poi se ne esce con una metafora in bersanese: «Sui rifiuti la politica ha guardato l'albero e ha perso di vista il bosco: ad Amatrice ho raggiunto il 67% di differenziata!». Elisabetta Canitano, di Potere al Popolo, è quella più agguerrita contro Zingaretti (nonostante il fratello sia candidato in una civica con lui). Questo è il suo biglietto da visita: «Ci opponiamo al dominio del profitto sulle nostre vite», Poi la ginecologa affonda: «Le lista d'attesa in sanità sono il frutto della mercificazione della nostra società». Seguono gli strali sulla Roma-Latina e sui precari della sanità. Qui Zingaretti le replica: «Ma abbiamo assunto 3mila persone». Il governatore uscente non attacca mai gli altri gioca la carta della forza tranquilla: «Non dobbiamo fermarci, ma continuare il lavoro svolto: sanità, trasporti e rifiuti». Allora Lombardi, che tra le priorità mette la sicurezza per i territori e il controllo degli immigrati ma anche il reddito di cittadinanza e un assegno da 150 euro per le mamme, prova il corpo a corpo: «La Regione non ha il piano rifiuti». Il dem: «È colpa della città metropolitana che non ci dà le linee guida». La grillina: «Ha dovuto aspettare la sindaca Raggi per chiudere il piano?». Il dibattito scivola così, fino alla polemica sui fondi Ue. Il più divertito sembra Pirozzi.
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