I partiti a Letta: serve verifica. Stop di Napolitano: ora continuità

Enrico Letta
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Febbraio 2014, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 08:16

Accelerare sulla verifica senza aspettare la legge elettorale. Hanno fretta di cambiare, i 'piccoli' della maggioranza, e vanno a chiederlo ad Enrico Letta spingendo il premier a stringere sulla verifica. Ma la giornata è delicata: precede l'attesa direzione del Pd. E mentre si fa assordante il tam tam che vuole vicina una crisi pilotata, con un Letta-bis o addirittura con la 'staffetta' Letta-Renzi a Palazzo Chigi, arriva l'endorsement di Giorgio Napolitano al governo.

Il Capo dello Stato torna da Strasburgo e ferma i giochi: chiama Letta e ribadisce «apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell'azione di Governo sul piano nazionale e nelle relazioni internazionali».

Niente da dire, intanto, da Palazzo Chigi sul tema del giorno: l'avvicendamento Letta-Renzi di cui parla tutto il Palazzo. «Chiacchiere da Transatlantico», l'unica chiosa.

Il premier sigla invece una tregua importante con gli industriali. In un «franco e costruttivo» confronto con Giorgio Squinzi a Palazzo Chigi, Letta mette da parte gli affondi del Presidente di Confindustria per parlare con lui di costo del lavoro, crediti alle imprese, sburocratizzazione, investimenti ed impegnarsi ad andare il 19 febbraio in Confindustria per un incontro con i vertici degli industriali, ai quali non mancherà di spiegare le opportunità aperte dalla felice missione negli Emirati. Da parte sua Squinzi ha ribadito a Letta la necessità di agire in fretta perchè il Paese ha bisogno di misure urgenti e ha evidenziato che Confindustria continuerà ad osservare con attenzione l'operato del Governo.

Intanto con i capigruppo di maggioranza il premier stringe un patto per l'approvazione tempestiva dei decreti che mettono a rischio ingorgo il Parlamento. Poi un pranzo con Alfano e Franceschini, un occhio all'ordine del giorno del consiglio dei ministri di domani, lo stralcio delle norme Rc Auto da Destinazione Italia. Letta continua ad inzeppare «fatti» nella sua agenda, alla vigilia della attesa direzione del Pd dove il premier non cerca redde rationem con il segretario Matteo Renzi. «Andrà da Presidente del Consiglio in primo luogo per ascoltare il dibattito nel suo partito, che è anche il primo partito della maggioranza, riservandosi di intervenire per dare sostegno al segretario Renzi su legge elettorale e riforme istituzionali», smussano ogni angolo dal suo staff. Mentre fuori è bufera, dentro a Palazzo Chigi si ragiona così: «Tra Letta e Renzi c'è in termini ufficiali piena sintonia per tempistica ed obiettivi. Un ulteriore rilancio dell'azione di governo passerà per 'Impegno 2014' solo dopo l'approvazione della legge elettorale». Quanto al resto, Marianna Madia esce dalla direzione del Pd e dice che l'ipotesi di un ticket di governo Letta-Renzi «non è stata all'ordine del giorno perchè in questo momento l'Italia ha un governo, è il governo Letta. Il ruolo del Pd è sostenere e spronare il governo che c'è». Tanto basta.

A dare una mano arriva poi Giorgio Napolitano, ed anche gli alleati di Ncd, per i quali è l'ora di un cambio di passo ed il Pd deve metterci idee e uomini. «Il Pd sta compiendo gli errori di sempre. Dopo il derby a cui abbiamo assistito per 15 anni tra D'Alema e Veltroni ora rischiamo di fare il bis con Renzi e Letta. Il Pd faccia una scelta chiara sul sostegno al governo anche perchè noi di Ncd non lo sosteniamo se il Pd non ci crede. Siamo leali e trasparenti», è il mantra che Angelino Alfano continua a ripetere.