Legge sulla sicurezza urbana, poteri anticrimine ai sindaci

Legge sulla sicurezza urbana, poteri anticrimine ai sindaci
di Sara Menafra
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Domenica 17 Aprile 2016, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 01:00

ROMA Più poteri ai sindaci, interventi mirati contro spacciatori, anche minorenni, writers e mendicanti. In vista delle elezioni amministrative di giugno, Matteo Renzi e Angelino Alfano hanno in canna il lancio di un nuovo testo sulla sicurezza urbana, che dovrebbe prendere la forma del decreto legge. Una proposta ispirata in gran parte alle bozze circolate in questi mesi e già discusse dall'Anci e coi sindacati di polizia, ma che negli ultimi giorni è finito sul tavolo di Antonella Manzione, capo del dipartimento legislativo di palazzo Chigi, che sta rielaborando il pacchetto prima di mandarlo ai ministero competenti per l'ok definitivo. L'intero progetto, è l'indicazione data agli uffici interessati, dovrà essere pronto per metà maggio.

POTERI AI SINDACI

La bozza discussa tra Viminale e Anci punta molto sul garantire più indipendenza decisionale ai comuni in tema di sicurezza urbana. Se oggi il settore è affidato completamente a prefetto e questore, col nuovo testo i sindaci avranno il potere di firmare ordinanze in materia di sicurezza. I poteri includerebbero la possibilità di creare aree a «tolleranza zero» contro la prostituzione (con manica più larga in quelle escluse) e il divieto ai cortei nel centro storico. Anche il ruolo dei vigili urbani potrebbe definitivamente cambiare per essere trasformato in una vera e propria «polizia di prossimità», forse persino con pistola alla cintola. Ma il punto più spinoso, ancora in valutazione, è un altro: tra le competenze che potrebbero essere delegate anche ai comuni ci sarebbe l'accoglienza di migranti e rifugiati oggi tutta nelle mani del Viminale. La questione è spinosa perché se da un lato un maggior coinvolgimento delle autorità locali alleggerirebbe il governo di responsabilità pesanti anche dal punto di vista politico, rendere più ingarbugliata la linea decisionale potrebbe complicare ulteriormente decisioni sofferte e spesso impopolari. In ogni caso, l'idea di Renzi e Alfano è raccogliere l'appello dell'Anci: «Per i comuni è difficile contrastare la criminalità applicando le normative sovra-locali, occorre una nuova regolamentazione che permetta alle singole realtà di adottare provvedimenti e gestire l'emergenza», ha ribadito giorni fa il responsabile Sicurezza dell'Anci, Antonio Ragonesi.

DASPO URBANO

Si rafforzano anche i poteri affidati al questore con la possibilità di punire con il cosiddetto «daspo urbano» i presunti responsabili di reati con forte impatto sociale. I denunciati per spaccio di sostanze stupefacenti, ad esempio, anche minorenni, potranno subire il divieto di frequentare determinate zone, locali, scuole, per un massimo di cinque anni. Chi sgarra finisce in carcere. Mano pesante con i writers, che rischiano fino a due anni di carcere e una multa da due a seimila euro, che sale fino a 20mila in caso di recidiva, oltre all'obbligo di ripulire a proprie spese il luogo ”deturpato”.
 
PENE IN AUMENTO

Più in generale, il testo prevede l'inasprimento delle pene per il furto in abitazione, lo scippo, il deturpamento e l'imbrattamento. Per rapine e furti, le pene aumentano di un anno rispetto a quanto previsto attualmente (per il furto semplice oggi si va da sei mesi a tre anni). Sanzione aumentata di due anni per il furto in appartamento. Destinato a far discutere è l'introduzione di un nuovo reato per chi «tenga condotte lesive del decoro urbano» (ubriachi molesti, commercianti abusivi, accattoni e tossicodipendenti): la punizione sarà una multa da 300 a 900 euro.
NIENTE CASCHI AI CORTEI

Infine, una stretta è dedicata alle manifestazioni politiche e sindacali. Oltre alla possibilità di vietare i cortei in centro attribuita ai sindaci, sarà punito col carcere da due a cinque anni chi, durante le manifestazioni, indossi caschi protettivi, lanci razzi o si presenti con bastoni o altre armi. Stralciata e cestinata, al momento, la proposta di mettere un numero identificativo sui caschi degli agenti che fanno ordine pubblico. Per il resto, l'operazione sicurezza sarà a tutto campo. Come lo stesso Renzi ha anticipato ieri in un'intervista al Resto del Carlino, citando i dati raccolti dalla Polizia di stato: «I reati calano ma la sensazione di insicurezza aumenta».