Legge elettorale, Renzi pronto a incontrare Berlusconi per chiudere. Alta tensione nel Pd

Matteo Renzi (foto Angelo Carconi - Ansa)
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 13:35

Se ci vediamo per provare a chiudere. Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi in un'intervista al Tg5 parlando di un suo possibile incontro con Silvio Berlusconi. Lo incontrerà? «Non lo so, vediamo, prima dovremmo sistemare per benino le cose perché l'incontro abbia un senso».

Se l'incontro «deve essere semplicemente per prendere un caffè, ognuno resti a casa sua. Io credo - ha continuato Renzi - che Forza Italia non si debba limitare a dire sì a una delle leggi elettorali che stiamo discutendo ma, per esempio, che accetti la nostra proposta di superare il Senato», di «superare le Province. Vedrete che la politica costerà meno, ci sarà un taglio dei parlamentari ma anche una maggiore semplicità. Gli italiani ci chiedono di fare veloce le cose che servono».

«Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato», aveva scritto oggi Renzi su Twitter. Dopo la segreteria del Pd, secondo quanto si apprende il segretario democrat aveva avuto anche un faccia a faccia con il leader di Ncd Angelino Alfano.

Tensione intanto nel Pd sulla legge elettorale. I democrat che fanno riferimento a PierluigiBersani avvertono il segretario: no a un incontro con Silvio Berlusconi. «Leggo di possibili incontri tra Renzi e Berlusconi addirittura al Nazareno. Immagino che Renzi sarà cauto su mosse che possano resuscitare politicamente Berlusconi e che non vorrà incontrare un pregiudicato nella sede del Pd», dichiara Alfredo D'Attorre, bersaniano, parlando con i cronisti alla Camera.

I gruppi del Nuovo centro destra e dei Popolari per l'Italia spronano intanto ad andare avanti nella riforma della legge elettorale, a partire da un'intesa nella maggioranza. «La sentenza della Corte Costituzionale e la calendarizzazione della legge elettorale in Aula impongono ai partiti che formano la maggioranza di trovare con urgenza un'intesa su una proposta comune - affermano in una nota comune dopo l'incontro -. I gruppi Nuovo Centrodestra e Popolari per l'Italia sostengono la proposta del doppio turno di coalizione e ritengono che le motivazioni della Consulta avvalorino questo sistema come il più idoneo a evitare un'eccessiva divaricazione tra rappresentanza e voto, poiché sono proprio gli elettori a decidere la maggioranza. Nei tempi più brevi, i due gruppi parlamentari promuoveranno incontri con le altre forze politiche della maggioranza».

Casaleggio. Sulla riforma della legge elettorale «le tre proposte di Renzi sono astratte ed evidentemente incostituzionali». È quanto ha detto Gianroberto Casaleggio ad alcuni dei parlamentari Cinque Stelle che ha incontrato a Montecitorio. Quanto al Movimento la sua proposta sarà quella che uscirà dalla consultazione in rete. Dunque: il movimento avrà una sua proposta di riforma, che sarà discussa, decisa e votata con, e dagli, iscritti al M5S. E proprio oggi parte sul blog di Beppe Grillo il percorso di consultazione in rete. Per portare a termine il referendum consultivo ci vorrà però del tempo: finiremo «entro la fine di febbraio» avverte Casaleggio che stoppa nel frattempo eventuali trattative con altri partiti, su altri sistemi. Tantomeno con Renzi, le cui tre proposte sono «astratte ed evidentemente incostituzionali».

Civati. «La proposta di Renzi sul Senato non mi convince per nulla, non sono d'accordo con l'idea di lasciarlo un organo di secondo livello. Per me o c'è il monocameralismo tout court o si riduce il numero dei parlamentari, anche alla Camera e al Senato si toglie la fiducia e si differenziano le competenze», ha detto il deputato del Pd, Pippo Civati, sottolineando che domani alla direzione ci sarà una proposta su questo punto, si rimarcherà che sulla legge elettorale «va bene il Mattarellum con poche modifiche, non un premio del 25% aggiuntivo all'effetto maggioritario di quel sistema», inoltre «chiederò sul partito un metodo di lavoro». Infine, per quanto riguarda il jobs act «aspettiamo di vederlo anche noi come gli elettori italiani, a quel punto risponderemo non con meno ma con più innovazione».