Ricevimento al Quirinale: «L'Italia nelle difficoltà sa fare fronte comune»

Ricevimento al Quirinale: «L'Italia nelle difficoltà sa fare fronte comune»
di Paolo Cacace
3 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Giugno 2017, 12:40
ROMA Ricevimento ieri pomeriggio al Quirinale e stamane sfilata militare ai Fori imperiale con la partecipazione straordinaria di Andrea Bocelli che canterà insieme al pubblico, cui verrà distribuito il testo, l'Inno di Mameli. Sono questi i momenti-clou del 71° anniversario della Festa della Repubblica.
Sergio Mattarella è pienamente consapevole che quest'anno le celebrazioni per il 2 giugno cadono in un momento assai delicato sotto il profilo politico-istituzionale. Quando i principali partiti stanno finalmente trovando la quadra per varare una nuova legge elettorale anche dopo le pressioni esercitate in tal senso dallo stesso Mattarella. Di più è noto che al varo della nuova legge sembra connessa l'ipotesi di un voto anticipato su cui il Colle, ai sensi della Costituzione, ha e deve avere l'ultima parola. Sono evidenti quindi le ragioni per cui il capo dello Stato si attiene a un supplemento di riserbo. Si comprende anche perché nel saluto rivolto al corpo diplomatico nel salone dei Corazzieri del Quirinale, prima di ascoltare il concerto magistralmente diretto dal maestro Giovanni Sollima e di partecipare al tradizionale ricevimento nei giardini, Mattarella, pur evitando qualsiasi riferimento alla stretta attualità politica, non manchi di toccare temi che riguardano il nostro futuro o che gli stanno particolarmente a cuore.

«Vi è in Italia una ricorrente capacità di affrontare le grandi difficoltà - afferma Mattarella parlando a braccio e pensando probabilmente ai nodi politico-economici di questi giorni e, chissà, alle difficili prospettive del dopo voto - di fronte a queste difficoltà l'Italia è sempre stata capace di trovare impegno comune recuperando energie e risorse per superarle». L'attenzione al Quirinale si concentra poi sui grandi temi internazionali - a cominciare dalla lotta al terrorismo e dalla «sfida dell'interdipendenza». «E'necessario unirsi, rafforzare il fronte comune contro la predicazione di odio e contrastare senza sosta chi si fa strumento di morte», sottolinea Mattarella. E soggiunge: «Per tutte le sfide principali occorre collaborazione», «interdipendenza è la condizione di questa stagione storica». Interdipendenza e collaborazione per i fenomeni migratori, per affrontare e prevenire le grandi crisi finanziarie e assicurare stabilità economica e promuovere lo sviluppo globale. Collaborazione per l'integrazione e infine per la difesa dell'ambiente sulla terra (forse un riferimento all'isolazionsmo di Trump al quale ricorda anche la scelta lungimirante del piano Marshall).
Non certo convenzionale, ma intriso di passione civile, l'appello alla legalità e alla coesione sociale lanciato da Mattarella ai prefetti per il 2 giugno con una dura condanna contro «le intollerabili piaghe del femminicidio, della violenza in genere e del bullismo». Altrettanto ferma è la sferzata contro la criminalità organizzata, la corruzione e il malaffare.

NODO SICUREZZA
Ai prefetti Mattarella raccomanda anche di tutelare il bene della sicurezza «talvolta percepito come minacciato». Né manca nelle parole del capo dello Stato un energico richiamo al dopo-terremoto nel centro Italia. La ricostruzione - avverte - è una priorità nazionale che non può conoscere arretramenti». E la presenza dei 140 sindaci dei comuni terremotati nei giardini quirinalizi rappresenta il pensiero di Mattarella. Di più. Quattrocento sindaci tra cui quelli delle zone terremotate sfileranno stamane anche ai Fori imperiali in apertura della tradizionale sfilata con i reparti delle tre armi e le Frecce tricolori. Sarà insomma sempre di più Festa «civile» della Repubblica oltre che naturalmente «militare». Sotto il vigile occhio di mille agenti, metal detector e tiratori scelti a garantire la sicurezza.