Lavoro, la decontribuzione sui contratti stabili diventerà permanente

Lavoro, la decontribuzione sui contratti stabili diventerà permanente
di Giusy Franzese
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Giovedì 19 Maggio 2016, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 22:19

La decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato potrebbe diventare strutturale. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Valuteremo in sede di legge di Stabilità l’ipotesi di anticipare al 2017 un taglio strutturale del cuneo in modo da rendere meno costoso il lavoro a tempo indeterminato». Non è detto però che lo sconto fiscale sia della stessa entità di quello attuale. Anzi in realtà è molto probabile che sia più basso.
 
Già dalla prima versione di questo governo, quella varata con la legge di Stabilità 2015, a quella in vigore quest’anno lo sconto è stato sensibilmente diminuito. Si è passati dal 100% per tre anni per tutte le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal primo gennaio al 31 dicembre 2015, al 40% per due anni per le assunzioni dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre prossimo. «Stiamo valutando se concludere il terzo anno di decontribuzione con un ulteriore intervento di decalage o se fare un intervento sul cuneo in maniera stabile, per il quale però occorre una valutazione in termini di bilancio» ha speuigato ancora Poletti, facendo quindi intendere che in ogni caso l’agevolazione sarà ridotta.
  
In realtà il ministro ha fornito anche un’indicazione dell’entità dello sconto qualora lo si rendesse permanente: «A mio parere il lavoro stabile dovrebbe costare all’impresa un 10% in meno del lavoro a termine nelle sue svariate tipologie. Già ora con l’eliminazione del lavoro a tempo indeterminato dalla base Irap le aziende hanno uno sconto del 5-6%». 

Di certo la decontribuzione è una misura che le imprese hanno dimostrato di apprezzare moltissimo. E tanti osservatori ritengono che più che le norme di flessibilità introdotte con il Jobs act (in particolare quelle sui licenziamenti), sia stata proprio l’agevolazione fiscale sui contributi a spingere le imprese nel 2015 a fare molte assunzioni a tempo indeterminato. Lo stesso ministro ricorda come la percentuale di assunzioni stabili sul totale dei contratti sia passata dal 16 al 24%: «Ciò significa che su 100 contratti nuovi che si fanno 24 sono a tempo indeterminato. Prima della decontribuzione erano 16». Una dimostrazione dell’importanza della decontribuzione arriva anche dal calo delle assunzioni a tempo indeterminato registrate nel 2016, con lo sconto già in versione ridotta.

Secondo l’ultimo rapporto Ocse «Taxing Wages 2016», siamo al quarto posto nel mondo per cuneo fiscale, con il 49% di tasse e contributi sui salari. La metà dello stipendio va quindi al sistema fiscale e previdenziale. Il primo posto spetta al Belgio (55,3%), seguito dall’Austria (49,5%) e poi dalla Germania (49,4%).

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