Lavoro Emendamento del governo:
neoassunti, contratti a tutele crescenti

Renzi e Boschi
di Giusy Franzese
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Mercoledì 17 Settembre 2014, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 12:24

Per le nuove assunzioni viene previsto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianit di servizio: quanto indica l'emendamento presentato dal governo al Jobs act e, in particolare, all'articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali. L'emendamento è stato depositato in commissione Lavoro del Senato d'intesa con il relatore del provvedimento, Maurizio Sacconi (Ncd), e dopo la riunione della maggioranza con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Riordino delle forme contrattuali e dei rapporti di lavoro. Nell'emendamento del governo all'articolo del Jobs act che riguarda la delega sul riordino delle forme contrattuali, anche per sfoltirle, si indica l'obiettivo di un «Testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali - aggiunge il testo presentato dal governo d'intesa col relatore - e dei rapporti di lavoro».

Modifiche su controlli a distanza e mansioni. Nell'emendamento del governo al Jobs act si introduce anche «una revisione» della disciplina dei controlli a distanza e delle mansioni, intervenendo così con la delega sugli articoli 4 e 13 dello Statuto dei lavoratori. Si va, quindi, verso una "flessibilità" nelle mansioni, anche «per la tutela del posto di lavoro».

Mansioni. L'emendamento alla delega indica, infatti, «la revisione della disciplina delle mansioni, contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento».

Controlli. Inoltre, indica «la revisione della disciplina dei controlli a distanza, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore».

Salario minimo esteso ai co.co.co. L'introduzione, «eventualmente anche in via sperimentale, del compenso orario minimo» applicabile ai lavoratori subordinati viene estesa ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa: lo prevede l'emendamento al Jobs act presentato dal governo.

Bellanova: tutele graduate nel decreto delegato. Il governo graduerà le tutele e il periodo in cui saranno crescenti nel decreto delegato: lo ha spiegato il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, a margine della riunione in commissione Lavoro del Senato. «Se il Parlamento fa la delega, il governo eserciterà la delega. Se si impantana, potremmo agire con la decretazione d'urgenza, come affermato ieri dal premier. Siccome penso che il Parlamento agirà, il governo procederà con i decreti delegati.

Sacconi. «Esprimo piena soddisfazione per il nuovo testo dell'articolo 4 della delega sul lavoro - ha detto il relatore Maurizio Sacconi - La nuova formulazione prevede un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18. Specifici contenuti di delega sono infatti il superamento del divieto delle tecnologie di controllo a distanza (art. 4), la flessibilità delle mansioni (art. 13), la revisione delle tutele del lavoratore nel contratto a tempo indeterminato (articolo 18)».

Per i neoassunti niente reintegro. Con la delega c'è «la revisione delle tutele nel contratto a tempo indeterminato (articolo 18)». Dice Sacconi: «La mediazione è l'applicazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti alle nuove assunzioni. Con indennizzo proporzionato all'anzianità e dunque senza il reintegro dell'articolo 18. A regime sarà per tutti quello. La mediazione che governo e relatore hanno individuato riguarda l'applicazione del nuovo contratto a tempo indeterminato - nel quale le tutele diventano progressive in relazione all'anzianità di servizio - alle nuove assunzioni. Il che significa che gradualmente, esaurendosi i contratti in essere, il nuovo contratto a tempo indeterminato a regime sarà per tutti quello ipotizzato. È evidente che nel contratto tipico che ha oggi oltre l'80 per cento degli italiani la progressività della tutela non potrà che essere un indennizzo proporzionato, o più che proporzionato, al tempo trascorso nell'impresa. Non si parla più infatti di una nuova tipologia contrattuale, di una sorta di contratto di inserimento per il quale poteva avere senso la distinzione di due fasi di vita lavorativa. Non posso non ricordare oggi chi come Marco Biagi ha tanto auspicato la riforma dello Statuto dei lavoratori e mi auguro che il governo, nell'esercizio della delega, saprà tener conto anche dei materiali copiosi che egli ha lasciato sulla base di straordinarie intuizioni».

Angeletti: il decreto è una stupidaggine. «Il governo deve fare le riforme che promette. La debolezza è tutta qui - ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti - Ieri sembrava che si volesse eliminare l'articolo 18 per decreto. Una stupidaggine in sé. Ma Renzi non l'ha fatto. Perché non ha la forza. E questo vale anche per la riforma della Pubblica amministrazione, che finora si è limitata al taglio dei permessi sindacali. Tutto sembra urgente e intanto continuiamo a perdere posti di lavoro».

Camusso: proviamo la mobilitazione unitaria. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto al Direttivo di dare mandato alla segreteria per valutare iniziative di mobilitazione: il primo passo sarebbe aprire una discussione con Cisl e Uil per possibili forme di mobilitazione unitaria, con al centro il lavoro. A oggi sono state già annunciate alcune iniziative da parte dei diversi sindacati e delle singole categorie. La stessa Cgil aveva espresso l'intenzione di organizzare una manifestazione per il lavoro nella prima decade di ottobre. La Fiom, invece, ha già indicato la data del 25 ottobre, per una manifestazione nazionale da tenersi a Roma, accompagnata da un pacchetto di otto ore di sciopero (ancora da definire). E da ultimo, ieri, la Cisl ha dichiarato la volontà di realizzare manifestazioni territoriali da concentrare per la giornata del 18 ottobre. Sono quindi queste le iniziative in campo mentre la leader della Cgil propone di reagire con una mobilitazione unitaria, tesa a coinvolgere anche gli altri sindacati confederali.

«Articolo 18 uno scalpo per i falchi della Ue». Una forte critica alla politica economica del governo è emersa dalla relazione di Camusso al direttivo. «Si continua - dice Camusso - a spostare l'attenzione su temi usati solo come scalpo da portare ai falchi delle politiche liberiste in Ue». Il riferimento è relativo all'articolo 18. Per Camusso, infatti, l'esecutivo continua a non aggredire i nodi centrali della crisi e a non indicare le soluzioni utili a uscirne. Per la leader Cgil l'esecutivo pone sotto i riflettori temi che non hanno alcuna influenza, utilizzando l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in una pura logica di scambio, come l'esecutivo Monti fece con le pensioni.

«Non è escluso lo sciopero». «Non escludo alcuna delle iniziative possibili» ha risposto Camusso alla domanda se lo sciopero sia un'opzione. La leader Cgil dice che è stato chiesto un confronto a Cisl e Uil sul punto, quindi «prima si discute poi si dicono quali sono le ipotesi». E aggiunge: «Faremo di tutto» affinché il confronto sia a breve.

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