Jobs Act, Sel in piazza. Vendola: «Renzi vuole l'Ottocento 2.0»

Jobs Act, Sel in piazza. Vendola: «Renzi vuole l'Ottocento 2.0»
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Sabato 4 Ottobre 2014, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 21:04
Sel scende in piazza contro il Jobs Act. A Santi Apostoli per arrivano anche ospiti democrat, come Pippo Civati e Sergio Cofferati, oltre al leader della Fiom Maurizio Landini. Il leader del partito Vendola attacca: «Renzi ci propone l'800 2.0. Il fatto che il suo eloquio sia pieno di mosse e di furbizie non cancella l'oggetto della sua controriforma. Lui viene applaudito alla City». «Si devono vergognare -aggiunge- quando si inchinano di fronte alle parole di Papa Bergoglio e poi pensano che in nome della modernità e in ginocchio nei confronti dei mercati finanziari bisogna travolgere tutto quello che è stato conquistato. Se uno rischia di essere licenziato perché è malato di cancro o perché è una donna incinta o perché è gay, quella non è modernità, quella è uno schifo».​







In mattinata il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini aveva parlato della riforma: «È evidente che questo passaggio sarà sostenuto dalla maggioranza, è un passaggio che dovrà avvenire attraverso i voti della maggioranza», sottolinea Guerini, rispondendo ad una domanda sull'eventualità di un ”soccorso azzurro” per la riforma del lavoro al Senato.



Guerini non esclude che su alcuni punti della riforma ci saranno i voti dell'opposizione ma precisa: «non vogliamo voti aggiuntivi, la nostra volontà è che la riforma passi con la maggioranza».



Fassina L'attuale proposta di riforma del lavoro «per quanto mi riguarda senza cambiamenti significativi non è votabile: resto fedele al mandato che gli elettori ci hanno dato per portarci in parlamento». Lo ha ribadito il parlamentare Pd Stefano Fassina, intervenendo all'assemblea di SinistraDem a Bologna. Secondo Fassina, bisogna però «portare avanti punti di vista e proposte per aiutare il Pd e il Governo a fare le scelte giuste, ed è evidente - ha aggiunto- che abbiamo grandi preoccupazioni perché la direzione imboccata sul lavoro va in direzione opposta, aggrava la precarietà, aggrava la recessione». «Sentiamo tutti la responsabilità del governo, del 41% e proprio per questo vogliamo correggere la rotta» ha chiarito ancora, sottolineando che «una parte del partito si sente smarrita per l'inversione di rotta» fatta dal Governo sui temi del lavoro. Insomma sul Jobs Act, ha concluso «il Parlamento non può dare una delega in bianco al Governo».



Cuperlo Un voto in aula della minoranza contro il governo sulla riforma del lavoro? «Io credo molto - ha detto Gianni Cuperlo, prima dell'assemblea nazionale di Sinistradem a Bologna - nella disciplina di partito. Penso che non ci possa essere un partito senza disciplina. Ma credo che neppure possa esistere una disciplina senza partito» quindi, serve discutere, trovare soluzioni: «vedremo il testo finale e valuteremo».



«La garanzia prevista nella Costituzione di poter accedere a un giudice quando si ritenga di aver subito una frode è un principio, non un totem». Lo ha detto Gianni Cuperlo del Partito Democratico a Bologna per Sinistradem, commentando le parole del presidente del Consiglio durante la direzione democratica di lunedì scorso. «Non siamo certo noi a viverlo come un totem. Dopo la direzione -ha specificato il democratico- è stato il premier, da Londra, a dire, 'Noi abbiamo deciso di cambiare un simbolo. Un totem. L'articolo 18'. Ma allora, chi ne fa una questione ideologica?».