Il triumvirato Italia-Francia-Germania a Ventotene per un'Europa a due velocità

Il triumvirato Italia-Francia-Germania a Ventotene per un'Europa a due velocità
di Alberto Gentili
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Lunedì 22 Agosto 2016, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 16:32

ROMA «L'Europa va rilanciata, non abbiamo tempo da perdere», scrissero il 27 giugno nel documento finale del vertice di Berlino Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi. L'Unione, appena quattro giorni prima, era stata ferita al cuore dal successo del leave in Gran Bretagna. E i tre leader decisero di rispondere alla prima vera sconfitta dell'unità europea con un piano di rilancio su sicurezza e difesa comuni, crescita economica, politiche a favore dei giovani, controllo dei flussi migratori. Ma soprattutto e questo non venne scritto nel documento si proposero come «avanguardia» di nuova integrazione, rispolverando l'idea di un'Europa a due velocità. Con un gruppo di testa a «forte capacità di aggregazione». In grado, come è stato per la moneta unica e per Schengen, di dare vita a nuove forme di cooperazione rafforzata. Senza diritto di veto per gli Stati non interessati. Ma «con la porta sempre aperta» per chi vorrà aderire in una fase successiva. Il momento di verifica sarà il primo summit a Ventisette (senza Londra) in programma il 16 settembre a Bratislava.

L'AGENDA
Dopo le stragi jihadiste che hanno seminato morte e terrore in mezzo continente, la prima cooperazione rafforzata studiata dal Triunvirato sarà nel settore della sicurezza e della difesa. Difficile che i tre leader, tra la tappa a Ventotene sulla tomba di Altiero Spinelli e poi a cena sulla portaerei Garibaldi, riescano a definire i dettagli. Ma il lavoro degli sherpa è già avanti ed è in cantiere una «Schengen della difesa» con battaglioni d'élite comuni, logistica, linee di comando integrate, budget condivisi. Obiettivo: battezzare in pochi mesi quella che i ministri Paolo Gentiloni (Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) hanno chiamato «forza europea multinazionale».

 

C'è poi la questione dei giovani, con un piano per l'occupazione, il servizio civile europeo, il rilancio dell'Erasmus. E c'è il delicatissimo nodo dell'immigrazione. Un tema che sta a cuore a Renzi quanto alla Merkel, che per la sua politica dell'accoglienza ha perso ben 12 punti di popolarità in un mese. Qui l'idea è di dare piena attuazione al piano proposto dall'Italia, denominato Migration compact, con un programma di investimenti a favore degli Stati africani che si impegnano e frenare le partenze e ad aprire le porte ai rimpatri dei migranti economici. Più la polizia di frontiera comune e la redistribuzione di chi ha diritto all'asilo in tutti e Ventisette i membri dell'Unione. Progetto che stenta e balbetta a causa delle resistenze dei Paesi ex Europa dell'Est.

Nell'agenda del vertice, all'ultimo momento, Renzi ha fatto inserire anche un «piano straordinario per il recupero, valorizzazione e restauro dei luoghi della cultura europei». I finanziamenti, tutti rigorosamente fuori dal patto di stabilità, dovrebbero essere rastrellati dal fondo del piano Juncker per lo sviluppo. E qui sembra già esserci una benedizione di massima di Merkel e Hollande.

LO SVILUPPO
Dopo aver discusso della Brexit, con la Cancelliera che intende concedere a Londra «tutto il tempo necessario» per venire incontro al sistema bancario tedesco molto esposto nella City e Renzi e Hollande che insistono per «tempi più rapidi possibile», il Triunvirato affronterà il tema della crescita. Ed è qui che il premier italiano, ma anche il presidente francese, torneranno a invocare politiche di bilancio libere dall'austerità imposta negli ultimi anni da Berlino e dalle altre capitali del Nord.

A palazzo Chigi però escludono che Renzi scelga proprio domani per affrontare il nodo della flessibilità. E questo perché è già previsto un nuovo incontro con la Merkel, il 31 agosto a Maranello. Questa volta senza Hollande. Sarà allora, con ogni probabilità, che il premier italiano illustrerà alla Cancelliera l'intenzione di procedere a un taglio delle tasse in deficit. Con un fardello non da poco: il debito pubblico tornato a salire e la nuova gelata sulla crescita nel secondo trimestre.