Amministrative 2017: da Sesto a Pistoia, la resa delle Stalingrado italiane

Amministrative 2017: da Sesto a Pistoia, la resa delle Stalingrado italiane
di Mario Ajello
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Lunedì 26 Giugno 2017, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 13:13

ROMA In piccolo, è la caduta del Muro. Quello che ha sempre delimitato le città rosse o rossissime, in cui la sinistra ha spadroneggiato da sempre e il centrodestra non ha mai toccato palla. Nell'ecatombe del Pd, l'abbattimento delle roccaforti che furono del Pci, e poi sono passate in eredità ai suoi derivati, è una ferita che provoca un dolore speciale. Tremendo. E' finita un'epoca, che pareva dover essere eterna a e sempre uguale a se stessa, a Sesto San Giovanni la Stalingrado d'Italia. Lì dove i comunisti avevano cifre elettorali da Urss ai tempi di Breznev. Dove la sinistra governa ininterrottamente dal secondo dopoguerra. Dove Penati, il braccio destro e sinistro di Bersani, è stato l'uomo fortissimo, poi investito ingiustamente dal ciclone giudiziario. Storia finita. Avanti gli altri. E il 13,5 dei grillini al primo turno, si è in parte - nel secondo - spostato sul centrodestra.

FAIDE E ARRESTI
E Pistoia? Una quasi Stalingrado toscana. Ma Tomasi, un Fratello d'Italia, ha rimontato sul candidato di centrosinistra e ha espugnato il bunker renziano. Tra gli applausi di Giorgia Meloni, sia per Tomasi sia per il collega di partito, Biondi, che s'è imposto a L'Aquila, lì dove Massimo Cialente ha simboleggiato la sinistra del post-terremoto ed è stato amatissimo, più del suo successore Di Benedetto. E insomma: «Avanti Fratelli d'Italia!», twitta la leader del partito. A Lodi, tonfo ancora più clamoroso. E' la città dell'uomo forte del Nazareno, Lorenzo Guerini. L'arresto del sindaco piddino Simone Uggetti ha rotto un dominio che sembrava inviolabile, e invece il Pd è arrivato primo per un soffio al ballottaggio e poi si sono capovolti i destini. Ed è stata ammainata nella notte la bandiera dei dem. E ancora: Piacenza. La città di Bersani e dell'ex sottosegretario ed ex sindaco Roberto Raggi. Super-renziano. Le spaccature interne alla sinistra hanno provocato il disastro. Ed è impossibile, anche per un comunicatore come Renzi, evitare che le macerie siano visibili in tutta la loro evidenza.

Il fatto, un po' ovunque, è che gli elettori di centrodestra, i quali alle amministrative del 2016 avevano aiutato i grillini a vincere a Torino e a Roma (dove Salvini disse: «Votate la Raggi»), stavolta si sono visti restituire il favore. I votanti 5 stelle hanno aiutato i candidati anti-Pd. Per esempio a Riccione, storicamente di sinistra anche se il sindaco uscente è di centrodestra. «Votate per il centrodestra a Riccione», è stato l'endorsement del primo cittadino della vicina Cattolica, il pentastellato Gennari. E così è andata. Anche quando manca l'invito ufficiale a scegliere i candidati forza-leghisti, i grillini che non si sono astenuti in questa tornata elettorale hanno dato soccorso al fronte del centrodestra.

BANDIERA NON ROSSA
In Liguria, non solo viene espugnata, a cominciare dai quartieri ex operai un tempo monocolore comunista, la Genova stanca del Pd. Ma anche a La Spezia è andata malissimo per quel partito. E' la città del ministro Andrea Orlando. Ma è anche la città di Raffaella Paita, la super-renziana invisa a gran parte della sinistra (a cominciare da Sergio Cofferati) e sconfitta da Toti nella corsa a presidente regionale. Gli orlandiani e i paitini (chiamiamoli così) si sono sempre scannati. Per di più, oltre al candidato ufficiale del centrosinistra, Manfredini, si è candidato anche un ex sottosegretario del governo ulivista e pluri-senatore, Giovanni Lorenzo Forcieri, e al secondo turno il suo 9,19 del primo può essere andato in parte al centrodestra. Che ha fatto bingo pure qui. Come a Carrara. Gli elettori berlusconiani e di destra hanno aiutato il grillino Francesco De Pasquale. E per la prima volta, dalla proclamazione della Repubblica, Carrara la super-progressista e la patria degli anarchici ha un sindaco non di sinistra o di centrosinistra. Mentre anche l'Emilia Romagna ha tradito clamorosamente la propria storia: al ballottaggio, ieri, sono andati al centrodestra sei comuni su sei. E bandiera non la trionferà.