Le Iene: firme false M5S in Sicilia, il caso candidature si allarga

Beppe Grillo
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Lunedì 10 Ottobre 2016, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 13:16
Dopo le polemiche scaturite dal servizio “Elezioni: Firme false a 5 stelle?” sulle presunte irregolarità alle elezioni amministrative di Palermo nel 2012 da parte del M5S, ieri sera a “Le Iene Show” è andata in onda una nuova inchiesta che mostra sviluppi inediti della vicenda: almeno una trentina di firme su 50 sarebbero infatti false.
 
Le irregolarità, segnalate da un anonimo alle Iene, riguardavano la raccolta di firme a sostegno della lista del M5S, ovverosia le firme dei cittadini sostenitori che ogni partito deve raccogliere e far autenticare da un pubblico ufficiale per potersi candidare alle elezioni. Su questa vicenda nel 2013 aveva indagato anche la Digos, la squadra movimenti politici di Palermo, sentendo alcune persone informate dei fatti. Le indagini, però, si erano fermate e il procedimento era stato archiviato. Ciò che ha spinto Filippo Roma ad occuparsi della questione, malgrado l’archiviazione, erano stati i documenti inviati alle Iene dall’anonimo che ai tempi delle indagini non erano ancora venuti alla luce.
 
Questi apparentemente sembravano essere proprio i moduli originali della raccolta di firme a sostegno dei candidati del M5S per l’elezioni comunali a Palermo del 2012, con tanto di logo del M5S, dati identificativi (nome, cognome, luogo e data di nascita, il comune di iscrizione alle liste elettorali, il documento di identità) e firme dei sostenitori. I fogli, ben cinque con decine e decine di firme, però, nella parte dedicata all’autenticazione non erano compilati, cioè senza timbro né firma del pubblico ufficiale che avrebbe dovuto provvedere all’autenticazione. La stessa documentazione, in base a quanto ha scritto l’anonimo, sarebbe stata da lui consegnata anche alla Procura di Palermo e al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, prossimo possibile candidato premier dei pentastellati.
 
Le Iene avevano così intervistato due attivisti 5 Stelle sentiti tre anni fa dalla polizia e che ancora oggi confermano parola per parola quanto denunciato. In particolare, il professore Vincenzo Pintagro, che nel 2012 era candidato del M5S alle elezioni amministrative, ha dichiarato: «C’è stato qualcosa che non si sarebbe dovuto assolutamente fare, un’irregolarità palese. Cioè, quando si sono raccolte le firme, io ho trovato due persone che stavano ricopiando 2000 firme e in quella sede, che era la nostra, dissi subito, e fui il solo, “Ragazzi, ma siete pazzi? Noi stiamo commettendo tutti quanti un reato, un reato penale”». Le due persone chiamate in causa dal professore sono Samanta Busalacchi, oggi tra i possibili candidati a sindaco di Palermo per il M5S alle prossime elezioni, e l'onorevole 5 Stelle Claudia Mannino, le quali, raggiunte dalla Iena, hanno sostenuto di non saperne nulla.
Secondo il Prof. Pintagro, la ragione che avrebbe indotto alcuni attivisti 5Stelle a ricopiare le firme, riguarderebbe un errore relativo al luogo di nascita di uno dei candidati riportato sul retro dei fogli. Quindi, sempre a detta del professore, siccome si temeva che questo errore comportasse un’esclusione dalle elezioni, qualcuno avrebbe pensato di ricopiare tutte le firme su moduli corretti dal punto di vista formale.
 
Se i moduli originali con le firme originali sono arrivati alle Iene, sui moduli che sono stati depositati che firme ci sono e chi le ha messe? Per scoprirlo la Iena era andata a chiedere a una consigliera comunale di Palermo di richiedere un accesso agli atti per poter controllare le firme depositate dai 5Stelle nel 2012. A due mesi dalla richiesta, il consigliere ha finalmente ottenuto il permesso di averne una copia. Tra le 2000 firme depositate dai 5Stelle, ora a disposizione anche delle Iene, l’inviato individua la presenza degli stessi 50 nomi e cognomi riportati sui documenti inviati dall’anonimo.
 
A questo punto, Filippo Roma raggiunge alcuni dei firmatari in questione, i quali constatano l’autenticità delle firme presenti sui moduli in possesso delle Iene, mentre non riconoscono come proprie le firme sui moduli depositati.
 
Iena: Signor Marco posso farle vedere due firme a nome suo?
Marco La Bara (barista): Sì.
Iena: Guardi con attenzione. Una è questa qua, l'altra è questa.
La Bara: Questa non è mia. Non la riconosco. Questa la riconosco, è mia.
Iena: Quella che il signor Marco riconosce come firma sua è presente nei moduli di cui siamo in possesso, che non sono mai stati depositati, mentre la firma che lui disconosce la troviamo in uno dei moduli che sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle in occasione delle elezioni comunali di Palermo del 2012. Quindi, se questa è vera, questa firma che firma è?
La Bara: E' falsa.
Iena: Ci può far vedere la sua firma?
La Bara: Sì (ndr, firma un foglio davanti alla Iena).
Iena: Questa è la firma appena fatta dal signor Marco (ndr, mostra il foglio appena firmato). Questa è la firma che lui ha riconosciuto come originale nei moduli non depositati di cui siamo in possesso, e questa invece la firma presente nei moduli che sono stati depositati dal Movimento 5 Stelle all'epoca delle elezioni comunali del 2012.
La Bara: Non firmo io in questa maniera così sensibile, io sono un po' scontroso anche nella firma. E questo è il mio modo di firmare. Questa è fatta così sensibilmente, invece io metto più carica nel firmare. Questa non è cosa mia.
Iena: Da un movimento come il 5 Stelle si sarebbe aspettato una cosa del genere?
La Bara: No, avevo dato fiducia, ma ora proprio sono sdegnato. Questo è uno schifo.
Iena: Quando appose la sua firma quattro anni fa, si ricorda se qualche pubblico ufficiale la autenticò?
La Bara: No, no. Sono venuti qua, hanno detto: "Vuoi aderire a questa situazione?", e io ho dato i miei estremi, ho firmato ma non c'è stato nessun pubblico ufficiale. Ho firmato, ma quello (ndr, indica i documenti in possesso delle Iene), non questo (ndr, si rivolge alla copia dei documenti depositati).
 
Iena: Allora, tra queste due firme, qual è la tua vera firma?
Fabio D'Anna (ex attivista Movimento 5 Stelle): La mia firma è questa, solo questa  (ndr, indica moduli in possesso delle Iene). Su questo altro modulo non c'è la mia firma (ndr, indica la firma sulla copia dei moduli depositati).
Iena: Se questa firma la riconosci come vera, quest'altra che firma è?
D'Anna: Una firma falsa.
Iena: Questa è la firma di Fabio appena fatta (ndr, mostra un foglio da lui appena firmato), e questa è la firma di Fabio presente nei moduli che pensiamo essere originali. Questa invece la firma di Fabio che è stata depositata. Insomma, le differenze saltano agli occhi, no?
D'Anna: Certo, mi fa arrabbiare soprattutto il fatto che noi non siamo stati creduti e siamo stati osteggiati per tanto tempo e invece queste persone continuano ad avere credito nel Movimento 5 Stelle.
 
Iena: Questa è la firma appena sfornata da Giovanni. E' identica a quella che lui ha riconosciuto come originale e la confrontiamo con quella che è stata depositata che è questa qua. Che firma è?
Giovanni Rubino (impiegato): Non lo so.
Iena: Una firma farlocca diciamo?
Rubino: Esatto. E' un imbroglio tutto.
Iena: La tua firma fu autenticata da un pubblico ufficiale?
Rubino: No.
Iena: Nessuno autenticò la tua firma?
Rubino: No, ho messa sta firma e basta
 
Alessandra Errante (impiegata): Questa è vera, questa è falsa.
Iena: Questa è la firma di Alessandra (ndr, mostra foglio appena firmato). Questa invece è la firma che Alessandra ha riconosciuto come la sua (ndr, sui documenti in possesso delle Iene), e questa è la firma che lei ha riconosciuto come falsa (ndr, indica la firma sulla copia dei documenti depositati). Giusto?
Errante: Sì
Iena: Questa è la tua e questa?
Errante: Non è la mia.
 
Iena: Le faccio vedere due firme. Delle due qual è la sua vera firma?
Filippo Modica (commerciante): Questa di qua (ndr, indica firma sul documento in possesso delle Iene)
Iena: Questa cosa la fa un po' inca**are?
Modica: Sì, moltissimo.
 
Iena: Delle due qual è la sua firma vera?
Vittorio Calandra (commerciante): Questa di qua (ndr, indica firma su documento in possesso delle Iene)
Iena: Questa di qua, è sicuro?
Calandra: Firmo (ndr, firma un foglio). Questa firma di qua non è cosa mia (ndr, indica la copia del documento depositato), la mia veritiera è questa di qua, sempre, da quando sono di attività. Sì, signore, non è cosa mia questa.
 
Iena: Delle due qual è la sua vera firma?
Altro firmatario: Questa è la mia (ndr, indica il documento in possesso delle Iene). Questa è la mia, quella no.
Iena: Che ne pensa?
Altro firmatario: Non ho parole.
 
Altra firmataria: Non la riconosco come mia. Diciamo che è stata falsificata malamente.
 
Per avere delucidazioni sul resto delle 2000 firme presentate, Filippo Roma le sottopone all’attenzione di due esperti grafologi consulenti del Tribunale di Milano per un’attenta perizia calligrafica.
 
Prima la Iena fa loro esaminare le 50 firme dei moduli arrivati in redazione e riconosciute come autentiche dai firmatari, per poi farle confrontare con quelle apposte sui moduli presentati dai 5 Stelle che riportano gli stessi nomi e cognomi.
 
Lara Guizzardi, Perito Grafologo Tribunale di Milano: "Complessivamente su 50 firme si può dire con certezza che sono false una trentina. Per le altre 20 ce ne sono una quindicina che probabilmente sono false, su qualcuna bisognerebbe approfondire l’indagine”.
La dott.ssa Guizzardi prosegue poi con l’analisi di altre firme tra le 2.000 presenti: "Ci sono tanti falsi. Qui per esempio, ci sono tre persone che hanno lo stesso cognome, persone distinte. Noi sappiamo che due soggetti non possono avere la stessa scrittura, non possono avere la stessa firma, se guardiamo i cognomi, sono identici. Credo che si veda: ci sono le stesse modalità di collegamento, le stesse semplificazioni, lo stesso gesto fuggitivo finale e osservandole si vede benissimo che è la stessa persona che scrive. Così come in quest’altro caso. Questi sono quattro singoli soggetti, uomini e donne di età diverse, e la scritta del cognome è identica. Queste sono fatte dalla stessa mano. Anche nel caso di questo cognome che inizia per T, sono diverse le T iniziali ma la resa di tutti i grafemi seguenti, nella loro particolarità, sono identiche. In questo caso, credo che passino una ventina d’anni tra i due soggetti".
Questi episodi si ripropongono nell’ambito di tutti gli elenchi che mi avete sottoposto che sono quelli di presentazione della lista. Ci sono sequenze di firme intere che sono fatte con la stessa scrittura.
Iena: In generale, che cosa si può concludere?
Guizzardi: "Che ci sono molti falsi, tantissimi. Qui, invece, è stato fatto un gran pasticcio. È abbastanza buffo. Ora qui un’operazione frettolosa ha creato tutto uno slittamento di firme sulle righe. Al cognome e nome di questa donna c’è di fianco una firma con lo stesso cognome e nome, poi c’è un uomo con lo stesso cognome e di fianco però c’è una firma con lo stesso cognome ma il nome di una donna. Poi c’è un’altra donna di fianco alla quale c’è la firma di un uomo, che però era il soggetto che stava alla riga prima. Poi abbiamo un uomo che riporta la firma di una donna, che invece era quella della riga prima. Quindi sono via via slittate tutte. Quindi può essere vero che un soggetto sbagli, potrebbe essere, però una serie di nomi tutti in sequenza fa pensare che sia stata prima compilata la lista dei nominativi e poi, apponendo frettolosamente le firme, si sia creato questo scivolamento in basso a catena. Come si possa definire questa cosa non lo so, me lo dica lei. Insomma alla fine, in larga parte sono false".
 
Iena: Quale altre anomalie sono venute fuori che potrebbero indurci a pensare che le firme depositate siano false?
Fausto Brugnatelli, Perito Grafologo Tribunale di Milano: "Almeno in due circostanze è stata posta una firma al rigo evidentemente sbagliato rispetto al nominativo. In questo caso (ndr, mostra una pagina dell’elenco) abbiamo tre firme in sequenza di tre uomini. Allora, al rigo del secondo, la firma che è stata posta in realtà corrisponde al primo, quindi di fatto è stata posta una firma al rigo sbagliato. E alla riga successiva, nella firma di fianco al nome e cognome del terzo uomo è stata addirittura creata una sorta di fusione fra due nomi di battesimo di due persone diverse”.
Iena: Un bel pasticcio.
Brugnatelli: "Come dire che la persona che stava scrivendo era abbastanza nel pallone a quel punto".
 
Dato che le duemila firme depositate sono state autenticate da un pubblico ufficiale, Giovanni Scarpello, Cancelliere del Tribunale di Palermo, la Iena prova a chiedergli spiegazioni in merito. L’uomo, però, evita di rispondere e si dilegua. Senza la testimonianza di Scarpello, quindi, la questione rimane in parte aperta.
 
La Iena torna quindi dal Prof. Vincenzo Pintagro e dall’ex attivista M5S Francesco Vicari per intervistarli in merito alle smentite dell’on. Claudia Mannino e di Samanta Busalacchi fatte nello scorso servizio.
 
Iena: Che ne pensi delle loro risposte?
Prof. Pintagro: "Beh, se le possiamo chiamare risposte. C’è chi è scappato. Un deputato del M5S la telecamera l’affronta sempre. Deve metterci la faccia e non scappare mai".
Iena: La Mannino è scappata ma ha detto che ti vuole querelare.
Prof. Pintagro: "Lo faccia, non aspetto altro".
Iena: Sì, ma è lei che vuole querelare te, eh?
Prof. Pintagro: "Appunto. Già so come andrà a finire. Le mando l’IBAN così già può preparare i soldini.
Iena: Invece della Busalacchi che mi dici? Lei all’inizio sembrava favorevole a un confronto con te ma al dunque si è sottratta".
Iena: Tu ci hai detto che a un certo punto sei intervenuto a una riunione per denunciare questa cosa. Chi era presente a questa riunione?
Prof. Pintagro: "La maggior parte dei deputati nazionali e regionali attuali palermitani, quindi da Nuti che era candidato a sindaco alla Di Vita, alla Mannino, alla Lupo, alla Di Benedetto, a Trizzino, Ciaccio. E quindi quasi tutti".
Iena: Dopo la messa in onda di questo servizio, ti ha chiamato qualcuno da Roma? Di Maio, Di Battista, Rocco Casalino?
Prof. Pintagro: "Assolutamente no".
Iena: È normale che un movimento che si fonda sulla trasparenza, nel momento in cui un attivista fa una denuncia del genere, non voglia fare chiarezza?
Prof. Pintagro: "No, non è assolutamente normale, però io sono fiducioso perché credo ancora in questo movimento".
 
Francesco Vicari (ex attivista M5S): Io credo che se qualcuno non ha niente da nascondere non ha paura di un confronto.
Iena: Chi è che sapeva nel M5S di Palermo?
Vicari: "Praticamente tutti i candidati della lista. Addirittura in quella famosa riunione c’era la famosa questione su che fare di questi fogli con le firme originali che dovevano per forza farli sparire perché se fossero usciti fuori sarebbe successo un delirio per come sta succedendo".
Iena: C’è qualcuno che ti ha chiamato da Roma? Un Di Battista, un Di Maio, un Beppe Grillo, un Casaleggio?
Vicari: "Non ho sentito nessuno. Se fossi stato io Beppe Grillo, sarei venuto a parlare con i diretti interessati, quanto meno per capire cosa stesse succedendo nel Movimento. Lui non se n’è interessato".
 
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