Grillo torna a Roma ma a teatro due serate (per pochi) al Flaiano

Grillo torna a Roma ma a teatro due serate (per pochi) al Flaiano
di Simone Canettieri
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Venerdì 6 Ottobre 2017, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 00:57
Il mistero buffo del ritorno a teatro di Beppe Grillo. Giovedì 23 e venerdì 24 novembre il leader del M5S è atteso sul palcoscenico con «Insomnia», uno spettacolo intimo, in una cornice, come quella del teatro Flaiano, a due passi dal Pantheon, per pochi eletti: 150 persone a serata. L'ennesima voglia del leader di tornare all'arte, rimanendo sì il «papà di tutti», ma ben lontano dalle beghe politiche del M5S? C'è chi giura che sia così. Ma è proprio intorno alla location prescelta che ieri è scoppiato un caso un po' bizzarro.

IL CASO
A innescare la miccia è stato l'assessore alla Cultura, Luca Bergamo, che ha detto: «Il Teatro Flaiano è privato e dunque la programmazione la fa il soggetto privato e non il Comune. Ho appreso dalla stampa che lo ha preso Grillo per farci attività di teatro». Alcuni siti riferiscono che Bergamo abbia dato anche particolari dell'operazione immobiliare. Poco importa.

Giampiero Scarlata, proprietario del teatro costruito dal bisnonno nel 1924, quando ha letto la notizia sui giornali on line è andato su tutte le furie. «Io e mio fratello non abbiamo venduto nulla a nessuno, tantomeno a Grillo. Il teatro è nostro - ha detto con forza - no so di cosa parli Bergamo che non ha nemmeno mai messo piede al Flaiano».
L'imprenditore, in una ricerca affannata di spiegazioni da parte del Campidoglio, in un primo momento ha anche chiosato: «Questa vicenda va chiarita subito, e non è nemmeno tanto scontato che alla fine ci sarà Grillo per le sue serate: il teatro è nostro, chiaro? Se qualche volta abbiamo ospitato iniziative del M5S non significa che abbiamo a che fare con la politica».

LA RETTIFICA
Parentesi: il Flaiano dopo lunghi lavori di ammodernamento è pronto a riaprire i battenti, in passato ha ospitato festeggiamenti per la vittoria di Virginia Raggi e Chiara Appendino ma anche le riunioni di Beppe con i romani del Movimento.

La famiglia Scarlata ne ha affidato la direzione artistica a Massimo Giacon, che ha rimediato il contatto e il contratto con Grillo, in quanto i due sono amici. Ma sono le parole male interpretate di Bergamo a tenere banco. Il quale in serata è costretto a spiegarsi meglio: «Mi pare che si stia creando una cospicua confusione per cui chiarisco a scanso di equivoci. Non so di chi sia la proprietà del Flaiano, non conosco la programmazione del Teatro, sono contento che riapra perché è un bellissimo luogo e ricco di storia, mi piace il teatro di Beppe Grillo». Caso chiuso? Così così. Il 21 febbraio durante un blitz a un altro teatro, il Valle, Grillo, Bergamo e Raggi si misero a parlare del Flaiano. Il video è reperibile in rete. L'assessore: «So che hai provato a recuperarlo, sai cosa significa». E il comico disse: «Sì, le scale da mettere a norma, uh! Lo abbiamo preso per dieci anni, lo useremo anche per conferenze». Il mistero buffo dunque rimane, al di là delle incomprensioni. C'è di sicuro il ritorno di Beppe, l'artista, il comico intimista pronto a calcare le scene ogni sera con un ospite spalla diverso, per fare un passo di lato, forse un po' indietro o un po' in avanti, ma non troppo rispetto alle dinamiche del M5S. D'altronde ora che c'è che un candidato premier e capo politico, Luigi Di Maio, che «si prenderà le querele al mio posto», come ha detto da un altro palco, quello della festa di Rimini.