Grillo difende la Raggi: «Tutti con te». Ma il direttorio lancia un ultimatum

Grillo difende la Raggi: «Tutti con te». Ma il direttorio lancia un ultimatum
di Simone Canettieri e Stefania Piras
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Agosto 2016, 08:56
C'è chi lo chiama ultimatum: o si esce dall'impasse o non ti difendiamo più. Di fatto dopo quarantasei giorni di passione serve l'intervento diretto di tutto il direttorio sul blog di Beppe Grillo per fare quadrato attorno alla sindaca. Siamo tutti con Virginia recita il titolo del comunicato che ricorda i quasi 800 mila voti romani ottenuti da Raggi e che vuole evidenziare l'ovvio, ovvero che tutta la giunta, non si nomina mai Muraro, «sta lavorando a testa bassa per restituire ai romani una città pulita, ordinata, funzionante, viva e risolvere i danni lasciati da venti anni di mala politica». Il comunicato firmato da Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia significa diverse cose. Viene letto, all'interno del M5S, come un segnale «di debolezza» perché dà credito ai tanto maltrattati giornali (negando anche la telefonata, confermata da diverse fonti, tra il comico e la sindaca) e nei fatti sposta il commissariamento. Del caso Roma se ne occupano i big, non più il mini direttorio: la senatrice Paola Taverna sembra non averla presa benissimo per non essere stata invitata al vertice a casa di «Dibba». In tutto, questo la sindaca prova a rivendicarsi uno spazio autonomo. «Il nuovo ad di Ama Alessandro Solidoro ha detto ieri - è stato scelto da me insieme ai due assessori».
 
LA MORSA
E sulle tensioni interne: «I vertici del Movimento sono insoddisfatti di me? ha dichiarato Raggi serafica - Direi proprio di no». «Le precisazioni sul blog sono necessarie, tutto ciò che fa o dice Virginia si riverbera sulla possibilità che abbiamo di vincere le prossime politiche», commentano fonti interne al Movimento che osservano la situazione lontano dalla città eterna. Luigi Di Maio, grande sponsor di Virginia, e candidato in pectore a Palazzo Chigi ieri ha sentito la necessità di slegare il suo destino da quello di Raggi: «Non useremo Roma per andare al governo del Paese». A lui, infatti, tocca il compito di fare ammissioni eloquenti e riportare alla realtà le promesse di Raggi e Muraro che solo pochi giorni fa avevano dato l'ultimatum ai sacchetti di immondizia abbandonata: 20 agosto. Promessa che Di Maio dà già per persa: «La nostra colpa a Roma scrive - è non avere risolto in venti giorni le emergenze create dai partiti in vent'anni». Ecco perché Di Maio ha deciso di allargare ulteriormente la cerchia di persone fidate per condividere la tensione, e dare il segnale a Virginia Raggi che non è sola e che può e deve fidarsi. Il vicepresidente della Camera sta schierando in campo per lei tutti i suoi uomini: dal deputato Alfonso Bonafede, designato un mese fa come responsabile enti locali per il centro e la Sardegna, fino al suo responsabile delle relazioni istituzionali Vincenzo Spadafora. Allo stesso tempo Di Maio fa capire un governo M5S è possibile al di là della Capitale.

LE NOMINE
Al di là dei post la situazione è ancora molto magmatica. La sindaca non ha un portavoce: il giornalista in prestito dalla Camera Augusto Rubei, che le ha seguito la campagna elettorale, è finito al centro delle guerre intestine dei pentastellati. Ora è in ferie ma se ritornerà in Comune si occuperà di strategie della comunicazione, ma dietro le quinte. Per il ruolo di portavoce i contatti di queste ore portano al cronista dell'Ansa Teodoro Fulgione. La pratica è nelle mani di Rocco Casalino. Di sicuro però le nomine dello staff non saranno affrontate nemmeno oggi, quando tornerà a riunirsi la giunta (sono previsti gli inquadramenti di 4-5 figure di supporto degli assessorati e basta). Tutto il resto è bloccato e potrebbe essere così fino a settembre Anche perché «Virginia» (staccherà qualche giorno dal 16 agosto al 20). In questo clima di unanimismo un po' di facciata torna in auge il grande sconfitto delle primarie: Marcello De Vito. Dopo giorni passati a difendere Muraro e a pubblicare i video dell'avvio dell'era Raggi, nelle bacheche è comparso quello che viene finalmente considerato un vero provvedimento Cinque Stelle. Il titolo è eloquente: Fatti non parole e riguarda il taglio delle auto di servizio e dei permessi ztl. Ma il borsino è soggetto a continue oscillazioni.

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