Genova, Grillo annulla le comunarie

Genova, Grillo annulla le comunarie
di Stefania Piras
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Sabato 18 Marzo 2017, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 18:10


ROMA Il metodo Genova non ha funzionato. La corsa di Marika Cassimatis, eletta candidata sindaco M5S del capoluogo ligure è stata brutalmente fermata da Beppe Grillo che con un post sul blog ieri mattina ha deciso di riaprire le votazioni online e far scegliere a tutti gli iscritti italiani al M5S (per selezionare i candidati genovesi si era scelto di restringere il voto ai soli iscritti locali del capoluogo) fra due opzioni: non presentare alcuna lista o votare il secondo classificato dopo la vincitrice squalificata, Luca Pirondini, vicinissimo alla consigliera regionale Alice Salvatore delegata assieme al deputato Sergio Battelli di badare a questa tornata elettorale con questi esiti che qualcuno oggi non esita a definire disastrosi.

REGOLAMENTO VIOLATO
E qui potrebbe aprirsi anche un procedimento disciplinare contro i delegati perché al netto del metodo Genova che istituzionalizza le correnti e le mozioni nel M5S, l'articolo 2 del regolamento M5S affida all'assemblea e non ai portavoce la scelta dei candidati da presentare alle elezioni sotto il simbolo del M5S. Non solo, lo stesso regolamento prescrive che «alla votazione per argomenti di interesse regionale o locale sono ammessi al voto solo gli iscritti residenti nell'ambito territoriale interessato ».

Così, ieri non è stato: il nuovo candidato sindaco è diventato lui, Pirondini, con una votazione approntata ad personam con un candidato unico a cui hanno partecipato «19.959 iscritti certificati nazionali. 16.197 favorevoli a lui e 3.762 contro». Ma perché Cassimatis è stata detronizzata? Grillo non è entrato nei dettagli ma ha solo detto «Vi chiedo di fidarmi di me». Il comico avrebbe scoperto grazie a consiglieri particolarmente zelanti che gli hanno «segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti della lista Cassimatis, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del M5S denigrando i portavoce e condividendo pubblicamente la linea dei fuoriusciti dal M5S».

I candidati consiglieri della mozione Cassimatis avrebbero attaccato la figura di Grillo e, prova del nove della loro eresia, avrebbero flirtato con Paolo Putti che ha deciso di uscire dal M5S e fondare Effetto Genova, movimento gemello di quell'Effetto Parma di Federico Pizzarotti che ieri ha colto la palla al balzo per fare campagna acquisti: «Cara Cassimatis, vieni con noi, le porte sono aperte. I parlamentari M5S a queste scelte repentine sono ormai abituati anche se l'annullamento di una votazione online non era mai successo. Il deputato veneto Marco Brugnerotto è molto pratico: «Mettetevela via... non c'è storia» e ieri ha rilanciato sui social un videomessaggio di Beppe Grillo risalente al 2012 quando il comico invitava chi pensava che non fosse democratico «ad andare fuori dalle palle». I deputati liguri come Matteo Mantero hanno ammesso l'esistenza di «una guerra tra bande» E anche esponenti di peso del M5S hanno rinunciato al voto proprio in solidarietà ai genovesi.

Un attivista, Cristiano Panzera, ieri ha lasciato il Movimento, spiazzato da questo pasticcio che ha gettato la base in subbuglio e non aiuta il percorso verso le amministrative. A Monza la candidata a sindaco, Doride Falduto, selezionata con 20 voti, si è ritirata. Ma il caso e il metodo Genova, salutato come un buon canovaccio per formare la squadra di governo M5S, rappresenta ora un precedente pericoloso che insegna: i candidati favoriti dai vertici non lo sono sempre anche per la base. E qualcuno sibila velenoso: «Di Maio come Pirondini?»

 

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