Fine vita, c'è l'accordo. Sullo Ius soli si rinvia: l'agenda delle coalizioni

Fine vita, c'è l'accordo. Sullo Ius soli si rinvia: l'agenda delle coalizioni
di Marco Conti
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Martedì 5 Dicembre 2017, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Due settimane e mezzo e poi tutti a casa. Tempi ridotti a palazzo Madama che oggi dovrebbe discutere del calendario dei lavori e scoprire che il voto sul nuovo regolamento del Senato non è anora possibile. Quindi, inversione dell'ordine dei lavori come chiederà il Pd, e immediata discussione del biotestamento che, per dirla con il senatore Andrea Marcucci, «potrebbe coronare una stagione straordinaria per i diritti civili in Italia». Trattandosi dell'«unica legge importante che alla fine della legislatura potrebbe passare», si comprende dalle parole del renziano senatore che spazio per portare in aula anche lo ius soli non sembra esserci.

L'AVVISO
Malgrado il pressing di Giuliano Pisapia e il ruolo che non proprio da arbitro potrebbe giocare il presidente del Senato e leader di Unguali e Liberi, la legge sulla cittadinanza rischia di rimanere al palo anche in questa legislatura. Ieri Matteo Renzi ha di nuovo spiegato che il Pd è per lo Ius soli ma che persiste un problema di numeri a palazzo Madama. Ieri Campo Progressista ha avviato una nuova campagna via twitter con lo slogan Portiamo l'Italia in Aula. Calendarizzate lo ius soli. Un pressing che segue ad una serie di richieste che Giuliano Pisapia ha avanzato al Pd per stringere l'alleanza. Oltre alle misure inserite nella legge di Bilancio ci sono anche il fine vita e la cittadinanza, due provvedimenti che «per noi - sostengono - rappresentano anche lo spartiacque tra chi vuole stare con il centrosinistra in difesa dei diritti e chi invece con la destra retrograda e xenofoba».

A palazzo Madama non ci sono però i numeri per approvare la legge e un voto di fiducia rappresenta non solo un rischio per il governo ma anche per la stessa legge che, se bocciata, difficilmente potrebbe essere ripresa nella prossima legislatura. Sul punto Renzi si è più volte rimesso a ciò che deciderà palazzo Chigi e Luigi Zanda, capogruppo del Pd a palazzo Madama, conta di fare una nuova valutazione dopo il voto sul biotestamento che al Senato conta anche sui voti di Ala, SI, Mdp e M5S. Sullo ius soli i grillini si sono però sfilati rimandando la questione del diritto di cittadinanza a non meglio precisate indicazioni che dovrebbero venire da Bruxelles. Anche nel centrodestra si coglie qualche segnale di disponibilità sul fine vita da parte di un gruppetto di laici mentre un muro altissimo resta sulla cittadinanza come ha più volte fatto comprendere Paolo Romani, capogruppo azzurro a palazzo Madama.

Fresco di incoronazione come leader della Cosa Rossa, ieri il presidente del Senato Pietro Grasso ha diffuso una nota attraverso la quale smentisce interpretazioni forzate sul suo ruolo. «Come sanno tutti i senatori», non è Grasso a decidere il calendario. Nella riunione dei capigruppo - ricordano fonti a lui vicine - egli fa solo una proposta di calendario, che può essere modificata e integrata dai presidenti dei gruppi e viene poi approvata a maggioranza. Eventuali richieste di variazione vengono proposte e votate successivamente dall'Aula».

L'ULTIMO
Il voto sul nuovo regolamento del Senato slitta in attesa dei pareri della commissione, ma dovrà essere comunque votato. Inoltre il Senato dovrà occuparsi del ddl sui testimoni di giustizia degli orfani di femminicidio e poi riprendere la legge di Bilancio che arriverà da Montecitorio per l'ultima votazione.

Se non si troverà spazio per lo ius soli difficilmente ci sarà tempo il ddl sui vitalizi che ieri Luigi Di Maio invocava: «Spero si possa approvare in coda, e dopo la legge di Bilancio, anche la legge sui vitalizi: almeno rimarrà almeno un piccolo ricordo di questa legislatura». Far lavorare le Camere dopo le vacanze di Natale significherebbe però far slittare il momento del loro scioglimento e la data delle elezioni. Esattamente ciò che non vuole il Pd di Matteo Renzi.

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