Family Day, domani la manifestazione al Circo Massimo: «Saremo un milione»

Flash mob contro le unioni civili
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Venerdì 29 Gennaio 2016, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 12:41
La macchina del Family Day 2016 è in piena attività e per gli organizzatori, domani al Circo Massimo, sono attese almeno un milione di persone. Si annuncia una piazza multireligiosa, animata dal laicato cattolico e autofinanziata dai cittadini che si organizzano con auto, treni e bus per raggiungere Roma e dire no al ddl Cirinnà sulle unioni civili.
 
«Le adesioni e le partecipazioni sono veramente numerosissime, direi superiori rispetto alle aspettative», spiega Massimo Gandolfini, presidente del Comitato 'Difendiamo i Nostri Figlì a Radio Vaticana. «Pensiamo di avere davvero una piazza gremitissima e soprattutto con gente di ogni tipo, di ogni estrazione. Per quanto riguarda l'associazionismo, credo che sarà rappresentato tutto», dice.  «Non è una manifestazione contro le persone», rileva Gandolfini, mentre per il Comitato promotore della kermesse il rinvio del voto in Parlamento sul ddl può essere spiegato dal fatto che «gli uomini politici vorranno vedere se davvero questo Family Day è una grande manifestazione del comune sentire della gente o invece è un'adunata di qualche migliaia di persone».

E sulla partecipazione attesa a Roma, Gandolfini riferisce: «Penso, dai dati organizzativi che abbiamo, che, realmente, e quindi non con slogan mediatici, saremo un milione di persone».
 
A parte la massiccia adesione spontanea, la partecipazione al Family Day misurerà i sì e i no sia nel campo dei movimenti cattolici che nello stesso episcopato, segnando le differenze tra chi approva l'uso della piazza per campagne di pressione sulla politica e chi invece ritiene che i tempi e le modalità necessarie anche per opporsi alla legge siano oggi diversi.
 
Tra i grandi movimenti, ad esempio, Cl ufficialmente non sostiene la manifestazione, ma non mancheranno molti ciellini a titolo personale. Hanno preso le distanze anche i Focolari e le Acli ("il clima da tifoseria che si è creato in questi giorni a ridosso del Family Day non fa certo bene alle vere priorità della famiglia", "non condividiamo la strumentalizzazione delle piazze", dicono le Acli, sottolineando "l'importanza di riconoscere le unioni civili, anche omosessuali" senza però equipararle al matrimonio), laddove molti altri gruppi e sigle sono attivissimi nella promozione dell'evento.
 
Anche tra i vescovi le posizioni sono variegate e spicca, in questo momento, la decisione di comune accordo dei vertici Cei di non tenere la consueta conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio episcopale, chiusosi ieri. Si ribadisce, comunque, compattezza, negando la spaccatura tra le due presunte anime, quella apparentemente più interventista del presidente Angelo Bagnasco (che comunque nella prolusione di lunedì scorso, dopo la mancata udienza del Papa, non ha neanche più nominato il Family Day) e quella più fredda del segretario generale Nunzio Galantino, in linea col Bergoglio refrattario ai vescovi-pilota che guidano la mano dei laici. 

Ed è una voce di peso come quella del cardinale di Milano Angelo Scola a dire che "scandalizzarsi perchè dei cittadini manifestano è profondamente sbagliato". "Certo - ha aggiunto al portale della Diocesi a margine di un incontro pastorale a Seveso -, occorre poi distinguere qual è la responsabilità dell'episcopato rispetto a quella dei fedeli laici, ma di fronte alla manifestazione in programma domani ci troviamo davanti a un dato di fatto positivo. Sono certo che dal raduno al Circo Massimo usciranno ragioni adeguate e l'apertura al confronto".
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