Ora che Matteo Renzi se l’è lasciato sfuggire (“si vota a marzo”) è scattata ufficialmente la corsa verso le elezioni di primavera. Data praticamente certa: il 4 marzo. Ciò significa che il Parlamento, con la nuova legge elettorale ormai approvatra, ormai ha i giorni contati e che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presumibilmente scioglierà le Camere tra fine dicembre e inizio gennaio. Prima dell’addio, il Senato e poi la Camera dovranno esaminare e approvare la manovra economica. C’è una sola incognita: varata la legge di bilancio il Senato approverà lo ius soli? Per farlo ci vuole la fiducia, visto che Alternativa popolare di Alfano è contraria a dare il proprio sì e ci sono migliaia di emendamenti che attendono al varco la legge sulla cittadinanza dei bimbi degli immigrati nati in Italia. Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’InTerno, Marco Minniti, nel week end si sono impegnati formalmente ad approvarla. Ma il segretario del Pd, Matteo Renzi, nel suo discorso a chiusura della conferenza programmatica ha taciuto. Un silenzio che la dice lunga sulla prudenza del leader dem. Ma lo ius soli potrebbe essere utile per creare quell’alleanza larga a sinistra evocata da Gentiloni e ora accettata da Renzi. Insomma, se marcerà il dialogo con Mdp, lo ius soli avrà più possibilità di venire alla luce, se naufragherà probabilmente ne seguirà il destino.
Di corsa verso le elezioni, una sola incognita: lo ius soli
di Alberto Gentili
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Lunedì 30 Ottobre 2017, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 14:21
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