L'occasione Paese/ Il riscatto con i Giochi e gli impegni da prendere

di Osvaldo De Paolini
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Lunedì 15 Dicembre 2014, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 00:16
La decisione di Mario Monti, nel febbraio 2012, di non presentare la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020, fu una decisione essenzialmente politica in un momento in cui l’Italia aveva lo spread ai massimi e stava entrando nel lungo tunnel dell’austerità.

Con quella scelta il governo italiano chinò la testa contrito di fronte ai mercati e all’Europa e, dopo che il Paese si trovò a subire un pauroso crollo di credibilità, si strinse il cilicio dando avvio a una lunga fase in cui un rigore al quadrato avrebbe prevalso su ogni logica di sviluppo e di investimento. Lo stesso futuro dell’euro sembrava allora in pericolo.



Mancavano infatti ancora tre mesi al «whatever it takes» di Mario Draghi, che fece cambiare bruscamente il vento, né vi erano certezze sull’orizzonte europeo, mentre la Commissione Ue e i leader europei balbettavano anziché agire.

La decisione di Matteo Renzi di sostenere oggi la candidatura di Roma 2024 è anch’essa fortemente politica ma, a differenza di quella di Monti, possiede anche connotati economici. Politica perché segna la volontà di riscossa di un’Italia che, dopo aver fatto i compiti a casa (non tutti, ma certamente in misura più che sufficiente), cerca di rialzare la testa, di far valere le sue ragioni in Europa spingendo fortemente per una logica di maggiore attenzione alla crescita economica e non più soltanto di attenzione al rigore, forte anche del brillante risultato elettorale alle europee.



Un’Italia, inoltre, che ha dato un’impronta decisiva alla nuova filosofia di investimenti europei - sebbene per il momento poveramente interpretata dall’ambizioso Piano Juncker, tante parole e pochi denari - costringendo la Germania ad affrontare il tema della crescita fino ad anteporlo a quello dell’austerity (cosa impensabile un anno fa) e costringere i tedeschi in difesa, si vedano le ultime dichiarazioni del presidente Bundesbank, sebbene non ancora vinti.



L’annuncio della candidatura di Roma cade inoltre quando ancora non si è chiuso il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione, traendo da ciò maggior forza politica e simbolica; soprattutto, spazza via ogni possibile tentennamento o timidezza causati dalle recenti vicende di mafia nella capitale. Ben vengano le indagini e le operazioni di pulizia: ciò renderà ancor più credibile la candidatura di una Roma che non vuole mancare all’appuntamento del rilancio in un’ottica di trasparenza e di efficienza degli investimenti.



Ma oltre alle ragioni politiche vi sono anche precise ragioni economiche alla base della scelta del governo. Se il Rapporto di fattibilità redatto in occasione della candidatura alle Olimpiadi 2020 (la commissione era presieduta da Marco Fortis e composta da Pierpaolo Benigno, Giulio Napolitano, Fabio Pammolli, Giuseppe Pisauro e Lanfranco Senn, con il coordinamento di Franco Carraro per i rapporti con le varie istituzioni) giunse a conclusioni sostanzialmente neutre sotto il profilo economico, con una compensazione tra costi e ricavi e con un discreto contributo temporaneo all’occupazione, il progetto per il 2024 è ancora tutto da delineare. Ma certamente il premier ha in mente di contenere ulteriormente i costi (di qui l’idea di estendere i giochi ad altre città, sfruttando quindi strutture preesistenti) e di spingere ancora di più sul moltiplicatore turistico (con i ceti affluenti dei Paesi emergenti quali target di riferimento) e sul rilancio in grande del ruolo dell’Italia nell’economia globale. Chi ha parlato recentemente con Renzi del tema Expo ha ricavato la sensazione che il premier non nutra dubbi sul successo della manifestazione. Così come non soffre di alcun complesso di inferiorità sulle Olimpiadi del 2024. Naturalmente ciò non basta a dare per vittoriosa la partita, la strada è lunga e la gara certamente faticosa; ma se lo spirito continuerà ad essere quello dell’orgogliosa presentazione di ieri, i primi cento metri sono già alle spalle.



Bisogna infine aggiungere che nel 2024 saranno trascorsi assai più dei mille giorni che il premier si è dato per completare il suo programma di riforme. Se fra tre anni l’Italia sarà diversa, come Renzi crede fermamente, non c’è nessun traguardo che le potrà essere precluso. E le Olimpiadi di Roma 2024 potranno diventare l’occasione per celebrare il successo di un profondo cambiamento del nostro Paese.