Di Battista e il no alle Olimpiadi deciso con il suo meccanico

Di Battista (lapresse)
di Mario Ajello
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Venerdì 24 Novembre 2017, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 11:11
Lenin, da rivoluzionario, esaltava il «governo delle cuoche». Dibba, da gallo cedrone su due ruote, esalta il governo del meccanico. Di chi? Ma come di chi: di Massimo! Così si chiama l'uomo che ripara la moto del Dibba e l'ultima fatica letteraria del neo-scrittore-papà - «Meglio liberi» (Rizzoli) - contiene questa rivelazione: «Il No alle Olimpiadi a Roma lo ha deciso Massimo, riunendo in officina sua moglie Maria, l'edicolante, il fruttivendolo, un paio di parenti e un pensionato».

Poi sgommando arriva il Dibba «in questo mio soviet personale», e chiede ai presenti: volete le Olimpiadi a Roma? Loro rispondono gridando di no. E quel no del popolo, «tra bulloni, pezzi di ricambio e olio», è diventato il no populista M5S. Speriamo che quando Roma dovrà decidere di liberarsi dai rifiuti, non convochi nell'officina di Massimo e di sora Maria i topi e i gabbiani. Sennò da lì esce un altro niet non solo populista ma pure animalista. 
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