Cyberbullismo, riparte il ddl ma è corsa contro il tempo

Cyberbullismo, riparte il ddl ma è corsa contro il tempo
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Martedì 2 Maggio 2017, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 13:45
Corsa contro il tempo per approvare la legge sul cyberbullismo prima dell'estate e dell'inizio del nuovo anno scolastico. Riparte dalla prossima settimana, davanti alle commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali alla Camera, il cammino del provvedimento sulla cui utilità e necessità tutti i gruppi in Parlamento sono stati d'accordo fin dai primi passi ma che a due anni dalla prima approvazione al Senato, non è ancora stata varato.  Il testo è rimbalzato tre volte tra le commissioni e le aule di palazzo Madama e di Montecitorio e adesso, dopo la terza lettura, il Senato l'ha riconsegnata per la quarta volta lo scorso 31 gennaio alle commissioni Giustizia e Affari Sociali di Montecitorio, che dalla metà di aprile lo hanno rimesso al centro dei lavori.  

Limitare gli effetti del provvedimento ai minori o estenderlo ai maggiorenni, è stato questo per due anni il vero nodo della legge. Il testo originario (elaborato dalla senatrice del Pd, Elena Ferrari) era circoscritto ai minorenni ma la Camera in seconda lettura lo ha modificato, allargandolo agli over 18. Ora, come spiega uno dei due relatori del provvedimento alla Camera Paolo Beni (Pd), si è capito che per arrivare a dama è meglio tornare all'impostazione del Senato.

«Io - precisa il deputato Pd - gli emendamenti non li ho ancora visti. Penso non siano molti e non so cosa contengano. Li esamineremo e li voteremo in settimana. Ovviamente se non venisse approvata nessuna modifica, il testo rimarrebbe lo stesso del Senato e la legge sarebbe definitiva, chiudendo il discorso in pochi giorni. Se al contrario ci fossero dei cambiamenti il testo uscito dalla Camera dovrebbe nuovamente tornare al Senato per la quinta lettura».  «Diciamo che piano piano i nodi di questa tormentata discussione si stanno sciogliendo ed è probabile che qualche altra piccola modifica possa essere fatta, perché il testo può migliorare con qualche piccolo aggiustamento. Ma, appunto, si tratterebbe solo di piccole modifiche che a mio avviso potrebbero essere concordate con le commissioni al Senato, tanto da rendere l'eventuale quinta lettura un rapido passaggio formale.  »Penso che la legge debba essere approvata prima dell'estate - dice ancora Beni - in modo che possa essere pienamente in vigore prima dell'inizio dell'anno scolastico. Sappiamo bene che uno dei campi di applicazione delle legge risiede proprio nell'ambito dell'educazione e dell'informazione, essenziali elementi di prevenzione del fenomeno che viene condotta in gran parte nella scuola. Il testo prodotto dalla Camera si proponeva degli obiettivi più ambiziosi, producendo effetti più incisivi sul fenomeno che non è circoscritto solo ai minori«.

«L'iter della legge sul cyber bullismo - premette il deputato Pd - è il classico esempio delle contraddizioni di questo modello di bicameralismo, che indubbiamente provoca distorsioni e ritardi. Nel percorso della legge tra Camera-Senato sono stati fatti passi avanti e indietro, con correzioni e aggiustamenti, che hanno denotato anche qualche problema di comprensione e di comunicazione», tra i due rami del Parlamento«.  »Indubbiamente - continua Beni - ci sono state delle impostazioni diverse che vertono essenzialmente su un punto: nel testo approvato dal Senato, l'ambito di intervento della legge si limitava ai minori e quindi, almeno a mio avviso, si limitava a una dimensione circoscritta del cyber bullismo e delle molestie on line. Il testo licenziato dalla Camera, ha ampliato il raggio d'azione del provvedimento anche ai maggiorenni, estendendo il fenomeno non solo al cyberbullismo ma anche al bullismo«.  »Sappiamo bene infatti che il fenomeno delle molestie on line non riguarda solo i minorenni. Su questo aspetto - spiega ancora il relatore della pdl - il Senato è nuovamente intervenuto, rispetto all'articolato uscito dalla Camera, ritornando all'intervento limitato«.

Venerdì è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. «Ma abbiamo incontrato degli ostacoli, anche per le coperture economiche - spiega ancora Beni - tenendo presente che tra le tutele previste dalla legge era previsto che le vittime del bullismo on line potessero pretendere la rimozione dei contenuti e quindi ci voleva una struttura ad hoc che imponesse questi interventi attraverso il Garante della privacy.  »Di conseguenza mi sembra di capire che il perimetro di intervento della legge si fermerà ai minori, il che non vuol dire che non sarà una legge utile, positive e importante. Dico che si sarebbe potuto osare di più e avere una legge più efficace«.  »Ma se questo è il minimo comune denominatore che ci consente di portare a casa il risultato, va bene lo stesso. Sappiamo bene - conclude il deputato Pd - che i minori sono i soggetti più a rischio ed è di conseguenza molto importante non far mancare la responsabilità del Parlamento«. 
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