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Uno: far partire il governo Cottarelli (sperando che riesca a partire, e il leader leghista ci spera assai), e intanto la situazione decanta. Due: andare alle elezioni ma non a luglio, bensì dopo l'estate, e intanto, tenendosi le mani libere perché governa Cottarelli, vincere le Comunali dappertutto a scapito sia di M5S sia di Forza Italia.
Tre: non è detto che, dopo l'estate, servano per forza le elezioni. Cottarelli si dimette, essendo il suo gracile governo solo un governo balneare, e a quel punto si aprono due scenari nell'ottica salviniana. O il governo di centrodestra con Berlusconi e Meloni indeboliti, a guida sua o di Giorgetti, ossia quello che si sarebbe potuto fare subito dopo il 4 marzo se Mattarella avesse voluto, e in questo caso i 50 voti mancanti alla Camera e i 20 al Senato sarebbero più recuperabili di prima (magari tra i grillini ormai in crisi nera e che temono di non essere rieletti alla luce dei nuovi sondaggi). Oppure governo giallo-verde, ma stavolta con Di Maio alla canna del gas, Mattarella sfiancato dalle vittorie politico-elettorali a ripetizione della Lega e Salvini uber alles.
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