Un atto di forza quello del leader dem che il premier Paolo Gentiloni e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, padre del provvedimento, e il leader di Ap Angelino Alfano hanno tentato di frenare. Tant'é che avevano provato a porre la fiducia su un disegno di legge varato ben 850 giorni fa e non ancora approvato. Il segretario del Pd, che intende dare la propria impronta all'esecutivo, ha invece chiesto e ottenuto quattro modifiche. I temi: assicurazioni, energia, odontoiatri, telemarketing. Ettore Rosato, capogruppo del Pd, invita a non dare letture politiciste all'iniziativa, garantendo che le quattro modifiche sono "giuste" e "necessarie". E che al provvedimento sarà assicurata una corsia preferenziale al Senato per ottenere "un'approvazione rapidissima". Calenda non l'ha presa bene: "Quello che è accaduto è difficilmente comprensibile e rischia di trasmettere l'ennesimo segnale negativo ai cittadini".
Da notare che ciò che è accaduto sul disegno di legge per la concorrenza è un'ulteriore prova della fragilità della maggioranza che sostiene il governo. Sempre più divisa. Soltanto martedì i bersaniani al Senato non avevano votato la mozione di maggioranza sui vertici Consip e la settimana prima non avevano dato la fiducia al governo sulla manovrina economica. E oggi arriva la zampata del Pd.
© RIPRODUZIONE RISERVATA