Compravendita senatori, iniziato a Napoli il processo: folla di cronisti per Di Pietro che torna a indossare la toga

Antonio Di Pietro in aula al Tribunale di Napoli
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Martedì 11 Febbraio 2014, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 08:43
iniziato stamattina nell'aula 110 del Tribunale di Napoli il processo per la presunta compravendita di senatori. L'ex senatore Antonio Di Pietro ha assistito in qualità di avvocato l'Italia dei Valori, che si è costituita parte civile al processo. Di Pietro è in aula e ha indossato la toga.



«È la prima volta che mi trovo dall'altra parte», ha commentato l'ex pm di «Mani pulite». Nel corso dell'udienza, l'avvocato Bruno La Rosa ha avanzato richiesta della costituzione di Forza Italia come responsabile civile.




Dopo una breve camera di consiglio, il Tribunale di Napoli ha respinto le eccezioni sollevate dalla difesa per le notifiche nel processo sulla presunta compravendita di senatori, cominciato oggi, e ha dichiarato la contumacia di Berlusconi, ritenendolo regolarmente avvisato. L'udienza di oggi si è conclusa; quella di domani sarà dedicata alla costituzione delle parti civili tra cui quella del Senato.



«La notifica deve ritenersi regolarmente effettuata se avviene presso il luogo abituale di dimora, cioè Arcore»: è uno dei motivi per i quali il tribunale ha stabilito la regolarità delle notifiche nei confronti di Silvio Berlusconi. I giudici hanno anche sottolineato che Marinella Brambilla è «persona che si è dichiarata addetta alla ricezione degli atti», mentre «è solo una facoltà e non un obbligo» quella della notifica ai difensori, già informati in sede di udienza preliminare.




Schermaglia fra la difesa del Cav e Di Pietro Primo botta e risposta in aula tra la difesa di Berlusconi e Antonio Di Pietro. Gli avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, hanno eccepito una serie di presunti difetti di notifica. Ha risposto Di Pietro, nella veste di legale dell'Idv, sostenendo che a suo avviso c'è stato addirittura un «eccesso» di notifiche.



Secondo gli avvocati le irregolarità si riferiscono al fatto che la notifica dell'udienza è avvenuta ad Arcore e non a palazzo Grazioli, dove di recente il Cavaliere ha trasferito la sua residenza. Inoltre l'atto è stato consegnato nelle mani di Marinella Brambilla, segretaria di Berlusconi. Sulle questioni sollevate dalla difesa ha replicato Di Pietro, per il quale c'è stato, al contrario, addirittura un eccesso di notifiche, visto che l'atto è stato ricevuto dai due avvocati del Cavaliere e che la Brambilla è da vent'anni la sua segretaria. Inoltre per Di Pietro «lo sanno pure le pietre che Berlusconi ha una dimora ad Arcore».




Di Pietro superstar Il processo è stato seguito da una folla di giornalisti, fotografi e troupe televisive, provenienti anche dall'estero. Microfoni e flash sono puntati soprattutto su Antonio Di Pietro. Nella pausa dell'udienza, quando i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni della difesa di Berlusconi in merito alle notifiche, Di Pietro ha sottolineato ai cronisti che, a suo avviso, tali eccezioni «sono solo un espediente per arrivare prima alla prescrizione».



De Gregorio «Bondi cerca di addossarsi colpe non sue, ma in Forza Italia non si faceva nulla che Berlusconi non decidesse». Così Sergio De Gregorio, l'ex senatore eletto nelle liste dell'Italia dei Valori, in un'intervista al Mattino, a poco dall'inizio del processo sulla presunta compravendita di parlamentari che portò alla caduta del secondo governo Prodi. «Anche i finanziamenti al mio partito, quelli in bianco e quelli in nero, furono stabiliti con Berlusconi, e Lavitola fu fatto depositario dell'azione di coordinamento, perchè fu lui a consegnarmi i soldi in contanti», spiega. E Aggiunge, riferito all'allora coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi: «È un dirigente fedele al suo leader, cerca di estromettere Berlusconi dal ruolo di dominus della faccenda ma è difficile che ci riesca».



Quanto a Palazzo Madama parte civile, per De Gregorio il Senato «nella sua autonomia è libero di fare le scelte che vuole, ma credo che la parte più lesa di questa vicenda sia Prodi, che non si costituisce parte civile». Sollecitato sul fatto che trai teste c'è anche Antonio Di Pietro, De Gregorio sottolinea: «Sapeva che in Campania non avrebbe fatto il quorum senza di noi. In più mi affidò la compilazione esclusiva delle liste all'estero» e «nelle schede elettorali in Europa con quello dell'Idv c'era il logo di Italiani nel mondo. Quindi, ora non può fare la Biancaneve inconsapevole».
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