La Chiesa di Torino infuriata contro la sindaca Appendino per i tagli alla scuola cattolica

La Chiesa di Torino infuriata contro la sindaca Appendino per i tagli alla scuola cattolica
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 29 Marzo 2017, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 16:20
Città del Vaticano – Guai in vista per il sindaco di Torino, Chiara Appendino. La Chiesa di Torino è sul piede di guerra per la scelta annunciata dal Comune piemontese di tagliare, nella misura del 25% i contributi previsti per le scuole paritarie. Il cardinale Nosiglia, i parroci e gli istituti religiosi che gestiscono le scuole cattoliche hanno preso carta e penna per chiedere un ripensamento. «Siamo sorpresi e amareggiati».  Di fatto la scelta dell’amministrazione pentastellata rappresenta un voltafaccia non previsto che  aggrava  la già precaria condizione di vita delle nostre scuole, penalizzate da provvedimenti ingiusti e discriminatori».

Il cardinale Nosiglia fa presente che Appendino aveva esplicitamente promesso che il welfare e le scuole non sarebbero stati oggetto di tagli rispetto alle risorse stanziate gli
scorsi anni. «Invece il taglio è stato deciso, e in modo pesante, solo per le scuole paritarie cattoliche ed ebraica della città: 57 istituti che garantiscono un servizio pubblico (tale è per legge la scuola paritaria), ad oltre 5.500 mila alunni e relative famiglie, con 500 tra docenti e personale, e coprono diritti e fabbisogni che il Comune non riuscirebbe ad offrire ai suoi cittadini». I tagli non risparmieranno nemmeno il Cottolengo, dove vengono seguiti i bambini con gravi disabilità così come la scuola paritaria multietnica e multireligiosa del Sermig - un vero modello di integrazione dove un centinaio di bambini vengono accolti, molti di loro gratuitamente.

«Lei sa bene – si legge nella lettera alla sindaca - che un bambino in una scuola paritaria costa un terzo rispetto alla spesa complessiva per chi frequenta la scuola comunale o statale: le scuole paritarie non sono un peso economico per il Comune
ma un risparmio. Le chiediamo pertanto anche a nome delle tante famiglie, docenti, personale e bambini che usufruiscono delle scuole paritarie, di non dare corso a un provvedimento che, oltre che ingiusto, ci sembra ben lontano dalla scelta da Lei più volte ribadita di privilegiare le periferie. Ristabilisca dunque per lo meno la somma degli scorsi anni e non proceda a eventuali e ulteriori aggravi facendo pagare alle scuole paritarie la tassa per la raccolta dei rifiuti, discriminandole ancora di più rispetto a quelle comunali e statali».


 
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